Categoria: SPORT
Scandiano: col Giro d’Italia arriva Sara Simeoni
Sabato 6 Maggio 2023, al Cinema Teatro Boiardo di Scandiano provincia di Reggio Nell’Emilia la medaglia d’oro olimpica di Mosca 1980, Sara Simeoni.
La Simeoni è stata intervistata della giornalista di Telereggio Manuela Catellani per parlare di sport, educazione, stili di vita.

Campionessa olimpica nel 1980 e medaglia d’argento ai giochi olimpici nel 1976 e nel 1984. È stata primatista mondiale del salto in alto con la misura di 2,01 m stabilita due volte nel 1978, anno in cui vinse il campionato europeo.

Ha vinto inoltre due medaglie d’oro alle Universiadi, altrettante ai Giochi del Mediterraneo e quattro titoli di campionessa europea indoor.
Quattordici volte campionessa italiana, ha detenuto il primato italiano per 36 anni dal 12 agosto 1971 all’8 giugno 2007, quando fu superato da Antonietta Di Martino.
Nel 2014 fu eletta “Atleta del Centenario”, insieme ad Alberto Tomba, in occasione dei 100 anni del CONI.

Ricordiamo a tutti i gentili visitatori del blog che il 16 maggio 2023 si svolgera la decima tappa del Giro d’Italia con partenza da Scandiano e arrivo a Viareggio.
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Gianluca Vialli è morto, nuova tragedia nel mondo del calcio. Aveva solo 58 anni

LA CARRIERA E I RECORD è stato uno dei più grandi attaccanti nella storia del calcio italiano e unico a vincere tutte le competizioni per club dell’Uefa.
Nato e cresciuto a Cremona, è stato capocannoniere all’Europeo Under 21 del 1986, in Coppa Italia (con il recordo imbattuto di 13 reti), nella Coppa delle Coppe del 1989-90 e in Serie A nel 1990-91, quando insieme a Mancini portò la Sampdoria alla vittoria del primo e fin qui unico scudetto.
In Nazionale prese parte ai mondiali del 1986 e del 1990, giocati in Italia, quando gli Azzurri si classificarono terzi.
E disputò due Europei. Segnò 16 gol in 59 partite totali.
PIONIERE IN TV Dopo il passaggio alla Juventus per un costo totale di 40 miliardi di lire, all’epoca la cifra più alta spesa per un calciatore, vinse lo scudetto, la Coppa Uefa, ne divenne capitano e la trascinò a vincere Supercoppa e Champions League prima di vincere ancora coppe e allori al Chelsea, dove chiuse la carriera sul campo con un palmares eccezionale: 4 Coppe Italia, 2 scudetti, 2 Supercoppe italiane, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Coppa di Lega inglese, 2 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Supercoppa Uefa.
Gli mancò solo il Pallone d’Oro, cui fu più volte candidato. Ma continuò a vincere da allenatore sulla panchina del Chelsea, per poi chiudere su quella del Watford e rientrare nel giro della Nazionale come capo delegazione degli Azzurri vincitori degli Europei.
Fu anche pioniere dei calciatori commentatori in tv e prestò il suo nome per il videogioco Gianluca Vialli’s European Manager.
Pelé è morto a 82 anni, addio alla leggenda del calcio

Pelé, il più grande calciatore della storia del calcio, è morto ieri 29 dicembre 2022 all’ospedale Albert Einstein di San Paolo del Brasile, dove era ricoverato dallo scorso 29 novembre.
Il suo vero nome era Edson Arantes do Nascimento. Al campione era stato diagnosticato un tumore al colon nel 2021 e nelle ultime settimane le sue condizioni si erano progressivamente aggravate.
La figlia di pelé, Kely Nascimento, ha dato l’annuncio su Instagram con questo messaggio: “Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace”. Al momento della morte l’ex calciatore e dirigente sportivo, aveva 82 anni, compiuti lo scorso 23 ottobre.
Il campione dei campioni
Pelé è nato a Tres Coraçoes un comune del Brasile nello Stato del Minas Gerais, il 23 ottobre 1940 e decenni dopo il suo ritiro le sue gesta come calciatore sono ancora considerate incredibili, tanto che resta da sempre acceso il dibattito su chi sia stato il migliore in assoluto tra lui e l’argentino Diego Armando Maradona.
La sua carriera è eccezionale: ha raggiunto undici titoli nazionali e cinque internazionali col Santos inoltre ha scritto pagini indelebili con la maglia della Nazionale Brasiliana, con cui ha segnato 77 reti in 92 partite e vinto ben tre Mondiali di calcio: il primo in Svezia, nel 1958, a nemmeno diciott’anni; il secondo nel ’62 in Cile (giocato solo in parte perché infortunato); il terzo nel 1970 in Messico.

Ad oggi è ancora l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale. È stato dichiarato “Tesoro nazionale” dal presidente del Brasile Jânio Quadros e, nel luglio 2011, “Patrimonio storico-sportivo dell’umanità”.
Attore, miglior marcatore e calciatore del secolo
Il campione della “Seleção” ha anche recitato nel film “Fuga per vittoria” (del 1981, con Sylvester Stallone, Max von Sydow e Michael Caine) dove compie il famoso gol su rovesciata che permette alla squadra degli Alleati di pareggiare 4 a 4 con i tedeschi.
La FIFA riconosce a Pelé di essere il miglior marcatore della storia del calcio, ma le stime sui suoi gol non sono univoche: si va dagli oltre 1200 gol a un minimo di 757, ciò a causa dei molti gol segnati in match non ufficiali.
Definito O Rei do Futebol (Il Re del Calcio) e Pérola Negra (Perla Nera), è stato anche celebrato come Calciatore del Secolo per la FIFA, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics (IFFHS), nonché Pallone d’oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori del Pallone d’oro.
Ha ricevuto anche, unico calciatore al mondo, il Pallone d’oro FIFA onorario, inoltre fa parte della National Soccer Hall of Fame.
ARRIVA IL GIRO

Il 18 maggio il Giro d’Italia fa tappa a Reggio Emilia.
La città sarà protagonista dell’arrivo della 11° tappa Santarcaneglo di Romagna – Reggio Emilia, una tappa di pianura lunga 203 km che vedrà i campioni del ciclismo mondiale arrivare in volata a Reggio alle ore 17. L’edizione del 2022, che sarà la 105^ edizione della manifestazione, inizierà il 6 maggio e terminerà il 21 maggio dopo 21 tappe.
L’arrivo in città
I ciclisti, in arrivo da Carpi, imboccheranno via Lenin all’altezza della rotatoria per poi proseguire verso la città attraversando via degli Azzarri, via Fleming, via Marelli, via Pasteur, via Amendola, via Emilia Ospizio. In piazza del Tricolore svolteranno a destra su viale Piave per proseguire in velocità su viale Isonzo dove è previsto l’ARRIVO all’altezza della ex- caserma Zucchi (Open Village della manifestazione).
I partner degli eventi
Nell’attesa del Giro, dal 30 aprile al 18 maggio, la città sarà animata da un ricco cartellone di eventi.
Il programma è a cura di marco Pastonesi – scrittore e giornalista – e della @bibliotecadellabiciclettaLucosCozza.
Gli eventi sportivi sono realizzati in collaborazione con: CONI, FCI, ACSI, AICS, CSI, UISP, US ACLI, Fiab RE Tuttinbici Aps, ASD Cooperatori.
Le iniziative nei Nidi e nelle Scuole dell’Infanzia sono a cura di: Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, Istituzione Nidi e Scuole d’Infanzia, Pause Atelier dei Sapori, Reggio Children Srl, Remida Centro di Riciclaggio Creativo.
Gli sponsor del Comitato Tappa locale
Sono in tutto 17 gli enti e le aziende private che fanno parte del Comitato di Tappa locale e che sponsorizzano la manifestazione sportiva.
Tutte le tappe del Giro d’Italia a Reggio Emilia
Prima del 2022, il Giro d’Italia è stato a Reggio Emilia sette volte.
La prima volta nel 1927, il 17 maggio, con arrivo della seconda tappa partita da Torino, vinta dal leggendario Alfredo Binda, e partenza da Reggio il giorno seguente per Lucca, con vittoria dello stesso Binda, che vinse poi il Giro.
La seconda volta fu nel 1947, il 26 maggio: terza tappa Genova – Reggio Emilia, vinta da Luciano Maggini; da Raggio si ripartì il giorno seguente per Prato, con tappa vinta da Fausto Coppi, che vinse anche il Giro.
Poi, nel 1983, il 25 maggio, con l’arrivo della dodicesima tappa Pietrasanta – Reggio Emilia, vinta da Alf Segersall e partenza il giorno seguente per Parma (gara a cronometro individuale), vinta da Giuseppe Saronni, che vinse il Giro.
Quindi nel 2001, il 27 maggio, l’ottava tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta da Pietro Cauccioli e partenza il giorno seguente per Rovigo, dove arrivò primo al traguardo Mario Cipollini (quell’anno il Giro fu vinto da Gilberto Simoni).
Nel 2007, il 21 maggio, dopo il trasferimento da Fiorano, partenza della nona tappa Reggio Emilia – Lido di Camaiore, vinta da Danilo Napolitano (Giro vinto da Danilo Di Luca).
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, il 9 maggio, dopo il trasferimento da Parma, partì da Reggio Emilia la terza tappa, per Rapallo, vinta da Angel Vicioso, mentre il vincitore del Giro fu Michele Scarponi.
Infine nel 2017 Reggio Emilia è stata protagonista di una doppia tappa di arrivo e di partenza che ha reso omaggio alla città nel 220° della nascita della bandiera Tricolore: vincitore il colombiano Fernando Gaviria.
VI ASPETTIAMO TUTTI QUANTI
A REGGIO EMILIA IL 18 MAGGIO 2022
Giro d’Italia 2022 – 11° Tappa Santarcangelo di Romagna – Reggio Emilia

“L’Emilia-Romagna è innamorata del ciclismo.

Una terra di campioni come l’indimenticabile Marco Pantani ( il pirata ) e dove ogni giorno scendono in strada decine di migliaia di appassionati.
Pedaliamo ovunque: in pianura, al mare, in collina e nei centri storici. Il Giro d’Italia è la più grande festa popolare del nostro Paese, ospitarlo è un onore e che ci rende orgogliosi.
Un’emozione ancora più forte quest’anno, perché la corsa rosa attraverserà i luoghi colpiti dal terremoto del 2012 e oggi un esempio di rinascita e ripartenza.”
“Il Giro d’Italia torna a partire da Santarcangelo per la seconda volta dopo la cronoscalata Santarcangelo-San Marino del 19 maggio 1997, di cui la città conserva ancora un ricordo memorabile.
La storia del Giro s’intreccia ancora una volta con quella di Santarcangelo e di altre importanti gare ciclistiche che la città ospita: negli ultimi anni abbiamo visto più volte il Giro passare da Santarcangelo, ma avere l’onore di ospitare nuovamente una partenza è motivo di grande orgoglio.
Sarà una gioia per tutta la nostra comunità, che segue da sempre con grande passione la corsa rosa, oltre a rappresentare un’irripetibile occasione di promozione per il nostro territorio.”
VI ASPETTIAMO TUTTI QUANTI
A REGGIO EMILIA IL 18 MAGGIO 2022

1000 miglia 2021 in Emilia‑Romagna. Il percorso a Parma, Bologna, Modena e Reggio.
Da mercoledì 16 a sabato 20 giugno torna l’appuntamento con la Mille Miglia, la corsa di auto più bella del mondo, che per l’edizione 2021 vedrà sfilare la bellezza di 375 vetture storiche titolate, accompagnate sul percorso da altre auto storiche da collezione per un totale di 500 vetture.
Tra i partecipanti anche John Elkann insieme alla moglie Lavinia Borromeo, Alessandra Mastronardi, Melissa Satta, Camila Raznovich, Cristina Parodi e Caterina Balivo.
La partenza della gara è a Brescia nella giornata di mercoledì 16 giugno dove sono attese anche le Frecce Tricolore. Le vetture storiche poi proseguiranno la gara alla volta del Tirreno con un percorso invertito rispetto al solito, riprendendo quello delle prime gare. Si toccheranno Viareggio e Roma, per poi risalire verso Bologna e tornare a Brescia durante l’ultima tappa.
Il giorno seguente, sabato 19, la quarta tappa della Mille Miglia riparte da Bologna alle 7.15 passando per Modena attraverso la via Emilia. Verrà poi toccata anche Reggio Emilia intorno alle 9.
La corsa lascia poi l’Emilia-Romagna per approdare a Mantova e infine a Verona. L’ultimo tratto della corsa sarà poi tra Verona e Brescia, sulle sponde del Lago di Garda.
BUONE FOTO A TUTTI
Un piccolo dispositivo – misurazioni precise anche a casa
Un’esigenza che cresce ulteriormente con le nuove patologie che si stanno diffondendo purtroppo in tutto il mondo, con le malattie di origine cardiovascolare che sono diventate la prima causa di mortalità nei paesi economicamente sviluppati.
L’età non è l’unico fattore coinvolto!
I dispositivi che scegliamo per questo tipo di misurazioni devono essere facili da utilizzare per tutti, pratici e anche precisi.
Ci sono oggi sul mercato decine di dispositivi che possono aiutarci a tenere traccia di queste misurazioni. Non tutti però, possono offrire un calcolo preciso di questi valori, funzionalità e durata nel tempo.
Possiamo avere a casa misurazioni di livello professionale, senza spendere una fortuna?
Assolutamente sì. Oggi è disponibile IL SATURIMETRO, che in un unico dispositivo ci permette di misurare battiti cardiaci al minuto, saturazione di ossigeno nel sangue e anche pressione, semplicemente con una clip da applicare sul dito.
Come funziona?
Nato per essere facile da usare per tutti. Non ci sono cavi da collegare o complicate impostazioni da modificare. Il prodotto arriva a casa ed è già pronto all’uso!
Basterà infilare l’indice nel dispositivo, aiutandosi a posizionarlo tramite la comoda clip e aspettare che vengano effettuate le misurazioni.
Bastano pochi secondi e nessuna esperienza medica pregressa per avere a casa propria le misurazioni precise dei Battiti Al Minuto, della Saturazione dell’Ossigeno e della Pressione.
Tutto in un dispositivo leggero, progettato per durare e che potremo portare con noi sempre: in palestra come al lavoro, a scuola come in vacanza.
L’importanza della saturazione dell’ossigeno nel sangue
Non dobbiamo misurare ossessivamente la saturazione di ossigeno nel sangue, ma un controllo periodico può aiutarci a scacciare diverse problematiche collegate a patologie dall’esito anche importante.
- Il valore di riferimento: per i soggetti in buona salute la saturazione di ossigeno normale oscilla tra 97% e 99%, a patto che il nostro livello di emoglobina sia normale.
- Fino al 95% possiamo ritenere la situazione comunque entro valori di normalità, senza che ci siano delle preoccupazioni eccessive per il nostro stato di salute.
Il saturimetro ci permette di tenere sotto controllo questo importantissimo valore in pochi secondi, quando vorremo, anche ogni giorno. Offre questa misurazione senza problemi e senza difficoltà di utilizzo, precisa perché di grado medico anche se disponibile nelle case di tutti gli italiani.
Misurare la pressione
La pressione arteriosa è uno dei valori più importanti da monitorare per essere certi del nostro buono stato di salute. Per chi soffre già di patologie, anche lievi, di carattere cardio-circolatorio, può essere importante tenerla sotto controllo, evitando magari di ricorrere a pompe ed altri sistemi molto ingombranti.
Per chi ha bisogno in mobilità di una soluzione molto pratica, ideale per chi soffre di:
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Può essere la soluzione più ideale. Una soluzione che ci permette di avere sempre ed in pochi secondi una buona misurazione della nostra pressione arteriosa.
Bradicardia e tachicardia
Sono due livelli anormali di numero di battiti cardiaci al minuto. Il livello di normalità è scientificamente fissato tra i 60 e i 100, con il limite inferiore che delinea la bradicardia e quello superiore che invece segnala tachicardia.
La misurazione di questo valore può aiutare i pazienti che soffrono di flutter striale, fibrillazione ventricolare, tachicardia.
Ricordando Gino Bartali: tutto sul campione italiano
Nell’olimpo delle celebrità dello sport italiane c’è sicuramente il ciclista Gino Bartali, noto per aver vinto molte competizioni e anche per la sua attività a favore degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gino Bartali
Il ciclista Gino Bartali è nato a Ponte a Ema, in Toscana, il 18 luglio 1914. Uno dei grandi del ciclismo italiano, Bartali vince per la prima volta il prestigioso Giro d’Italia nel 1936, per poi replicare la vittoria l’anno dopo.
Nel 1938 il regime fascista lo costringe a rinunciare al Giro per partecipare al Tour de France, dove trionfa sul podio: si rifiuta però di usare il saluto romano alla cerimonia di premiazione.
L’anno successivo la collezione di vittorie ciclistiche di Bartali si arricchisce con la Milano-Sanremo. Il 1940 è l’ultimo anno del Giro d’Italia prima dello stop forzato di cinque anni a causa della Seconda Guerra Mondiale: il campione Bartali viene spodestato da Fausto Coppi, spronato dallo stesso Gino durante la gara.
Nel dopoguerra Gino Bartali vince un’altra maglia rosa, nonostante fosse ormai giudicato vecchio rispetto all’avversario Coppi.
A ben trentaquattro anni il ciclista dimostra ancora una volta le sue doti da campione, trionfando inaspettatamente al Tour de France 1948 e abbattendo molti record. In seguito al suo ritiro ha lavorato come dirigente sportivo. Bartali è morto a 85 anni nel 2000 a causa di un infarto.
LEGGI ARTICOLO
Giornata della Memoria ( Stelle di Panno )
Gino Bartali – ebrei
Durante la Seconda Guerra Mondiale Bartali si unisce alla Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei, una associazione clandestina che presta aiuto agli ebrei.
Per questi ultimi il campione fa molti viaggi in bici, trasportando documenti necessari alla loro fuga.
A causa di ciò viene anche ricercato dalla polizia ed è costretto a nascondersi.
Grazie alla sua attività per gli ebrei ha avuto a Gerusalemme l’onorificenza di “Giusto tra le nazioni”.
Nel 2005 è stato insignito della medaglia al valore civile dal Presidente della Repubblica italiana.
La nipote di Bartali ha dichiarato in un’intervista:
Per cinquant’anni non ha mai voluto dire niente. Aveva un forte senso morale e raccontare del bene fatto sarebbe andato contro la sua natura.
Per questo ripeteva che il bene si fa ma non si dice.
Per essere bravi cristiani non serve raccontare ciò che si fa. Forse, qualche volta, avrà accennato qualcosa a nonna o ai suoi figli.
Se pensiamo che i suoi gesti umanitari durante la guerra sono venuti alla luce solo alla fine degli anni ottanta, ci rendiamo conto di quanto fosse stato efficace il suo silenzio. Ma anche in quel caso le notizie vennero diffuse da alcuni giornalisti che avevano trovato qualche testimonianza e l’avevano inserita in un documentario poi divenuto film.
Non da Gino Bartali in prima persona. In questo film si intravede la figura di Gino, ma in un primo momento non si capisce chiaramente di chi si tratta.
Solo successivamente nonno confermò tutto e le tesi vennero avvalorate anche da persone salvate da nonno.
Giorgio Goldenberg, ad esempio, nascosto da Gino Bartali con la sua famiglia in un appartamento a Firenze, e coloro che lo avevano visto ad Assisi intento a consegnare certi documenti.
100° Giro d’Italia 2017 Reggio Emilia
Il Giro d’Italia 2017 rende omaggio a Reggio Emilia, nel 220° della nascita della bandiera Tricolore. La corsa rosa, giunta alla centesima edizione, vivrà infatti a Reggio un arrivo in volata, giovedì 18 maggio prossimo, e la partenza del giorno dopo, venerdì 19 maggio.
Le tappe in programma saranno la Forlì-Reggio Emilia e, a distanza di 24 ore, la Reggio Emilia-Tortona. Il torpedone coi campioni del ciclismo mondiale transiterà per le vie della città e per le piazze del centro storico, in una vera e propria festa.
Era dal 2001 che non si verificava una circostanza simile.
In quell’occasione Pietro Caucchioli trionfò nella Montecatini-Reggio Emilia (era l’ottava tappa, in maglia rosa c’era Dario Frigo), mentre la Reggio Emilia-Rovigo venne vinta da Mario Cipollini.
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“100° Giro d’Italia 2017 Reggio Emilia”
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La presentazione ufficiale del Giro d’Italia si è svolta il 25 ottobre 2016 a Milano, al Palazzo del Ghiaccio.
Reggio Emilia si preparerà all’arrivo della corsa rosa con un ricco cartellone di iniziative sportive, culturali, eventi e programmi che coinvolgerà la città nei mesi precedenti l’approdo della gara in centro storico.
Negli anni più recenti Reggio è stata protagonista del Giro in altre due occasioni: nel 2007 come sede del via della nona tappa (la Reggio Emilia-Camaiore) e nel 2011 quando, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il Giro partì ancora una volta dalla nostra città alla volta di Rapallo.
“Il ritorno del Giro d’Italia nella nostra città con un arrivo e una partenza è un evento che Reggio Emilia attendeva da 16 anni afferma il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.
Abbiamo lavorato sodo per questo risultato, che mette la nostra città in un ruolo di meritato primo piano, e nei diversi incontri avuti abbiamo trovato l’attenzione e poi la convinzione del patron e degli organizzatori del Giro nella scelta in favore di Reggio Emilia.
E’ un’occasione di rilievo internazionale che siamo felici avvenga in un anno speciale: quello del centenario della corsa rosa e del 220° della nascita della bandiera Tricolore, che festeggeremo il prossimo 7 gennaio. Giusto così: il Tricolore è simbolo della nostra unità e il Giro è un bellissimo legame che attraversa l’Italia.
Al Giro sono collegate le nostre tradizioni, la storia del riscatto sportivo del nostro Paese a partire dagli anni difficili del dopoguerra, con una serie di fuoriclasse amati e conosciuti in tutto il mondo. Reggio Emilia fa parte, grazie all’arte di Giannetto Cimurri (massaggiatore di Fasto Coppi nella foto), di quel pezzo di storia sportiva gloriosa e sono certo che accoglierà i corridori nel migliore dei modi”.
“Alla bicicletta, inoltre, a Reggio Emilia sono strettamente legate tutta una serie di politiche di mobilità alternativa (dal progetto BiciBus all’impegno sulle piste ciclopedonali) che l’Amministrazione comunale ha messo un campo da diversi anni a questa parte.
In parallelo conclude il sindaco viaggia l’impegno del Comune per rendere più viva, attrattiva e vitale la città grazie all’organizzazione di eventi sportivi di significato internazionale: dalla finale di Champions League femminile ai Giochi internazionali del Tricolore, dalla candidatura a Euro 2019 per le nazionali Under 21 sino alle passate finali del Campionato nazionale di calcio Primavera”.
PROGRAMMA
Giovedì 18 maggio – Arrivo della 12^ tappa del 100° Giro d’Italia “Forlì-Reggio Emilia”, in volata da Modena lungo la via Emilia, con arrivo in viale Isonzo.
Ore 14.00: apertura al pubblico dell’Open Village presso Parcheggio Zucchi
Ore 16.30 circa: passaggio della Carovana Pubblicitaria
Ore 17-17.30: Arrivo della tappa in viale Isonzo all’altezza di via Regina Elena
A seguire Premiazioni
Venerdì 19 maggio – Partenza della 13^ tappa del 100° Giro d’Italia “Reggio Emilia-Tortona”
Ore 9.30: apertura del Villaggio di Partenza in piazza Prampolini e del Villaggio Sponsor in Piazza Martiri del 7 luglio e Piazza della Vittoria
Ore 12.00: Podio Firma in piazza Prampolini
Ore 13.15 circa: incolonnamento e sfilata cittadina lungo via Farini, Corso Garibaldi, via Emilia S. Stefano, viale Timavo, via Magenta, via Gorizia, via Teggi.
Ore 13.30 circa: Kilometro zero in via Teggi all’altezza di via Volta.
La storia del Giro d’Italia a Reggio Emilia
Prima del 2017, il Giro d’Italia è stato a Reggio Emilia sette volte, con cinque arrivi di tappa.
La prima volta nel 1927, il 17 maggio, con arrivo della seconda tappa partita da Torino, vinta dal leggendario Alfredo Binda, e partenza da Reggio il giorno seguente per Lucca, con vittoria dello stesso Binda, che vinse poi il Giro.
La seconda volta fu nel 1947, il 26 maggio: terza tappa Genova-Reggio Emilia, vinta da Luciano Maggini; da Raggio si ripartì il giorno seguente per Prato, con tappa vinta da Fausto Coppi, che vinse anche il Giro.
La terza volta, nel 1966, il 29 maggio: arrivo della dodicesima tappa Cesenatico-Reggio Emilia, vinta da Dino Zandegù; il giorno seguente trasferimento a Parma (dove si disputò la cronometro vinta da Vittorio Adorni. Quell’anno il Giro lo vinse Gianni Motta.
Poi, nel 1983, il 25 maggio, con l’arrivo della dodicesima tappa Pietrasanta-Reggio Emilia, vinta da Alf Segersall e partenza il giorno seguente per Parma (gara a cronometro individuale), vinta da Giuseppe Saronni, che vinse il Giro.
Quindi nel 2001, il 27 maggio, l’ottava tappa Montecatini Terme-Reggio Emilia, vinta da Pietro Cauccioli e partenza il giorno seguente per Rovigo, dove arrivò primo al traguardo Mario Cipollini (quell’anno il Giro fu vinto da Gilberto Simoni).
Nel 2007, il 21 maggio, dopo il trasferimento da Fiorano, partenza della nona tappa Reggio Emilia-Lido di Camaiore, vinta da Danilo Napolitano (Giro vinto da Danilo Di Luca).
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, il 9 maggio, dopo il trasferimento da Parma, partì da Reggio Emilia la terza tappa, per Rapallo, vinta da Angel Vicioso, mentre il vincitore del Giro fu Michele Scarponi.
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Maratona Internazionale 2016 di Reggio Emilia
Domenica 11 dicembre 2016 si è disputata la 21^ edizione della Maratona di Reggio Emilia-Trofeo Parmigiano Reggiano, sempre più grande classica fra le maratone che si disputano in Italia.
Sono stati 2.850 gli atleti iscritti alla 21esima edizione della manifestazione sportiva: al traguardo sono arrivati 2.541.
Al Consorzio Parmigiano Reggiano, per la presentazione ufficiale dell’evento, si sono riuniti atleti, giornalisti, istituzioni oltre naturalmente agli organizzatori.
LA STORIA DELLA MARATONA DI REGGIO EMILIA (dal sito www.maratonadireggioemilia.it)
E’ Paolo Bagni, componente del direttivo della Lega Atletica Leggera UISP, che assistendo ad una corsa campestre nel novembre del 1995, propone ai suoi colleghi di organizzare una maratona a Reggio. E la Lega dell’Atletica Leggera (organismo che racchiude tutte le società podistiche reggiane) accetta, mettendosi in moto per organizzare, poco più di un anno dopo, la “Prima maratona di Reggio”.
1996 Inizio entusiasmante per la Maratona di Reggio: al primo anno raccoglie già 1316 iscritti. Merito forse della cura per i dettagli messa nell’organizzazione (percorso, pacco gara, ristori, medaglie…) o della data, il 15 dicembre, lontana da altre maratone e da eventi delle società reggiane. Il primo vincitore di questa manifestazione è Walter Merlocon con il tempo di 2.19’40″. Distanziato di soli sette secondi l’algerino Ashadibudi Akli e a due minuti il marocchino Zaid el Houcine. In campo femminile la prima a giungere al traguardo è l’udinese Daniela Spilotti in 2.43’46″. Completano un podio tutto azzurro Manuela Liverani e Siria Giannaccini. Primi reggiani Carlo Guidetti e Monica Ambrosi.
1997 A conferma del buon lavoro fatto nell’anno precedente, le iscrizioni per la seconda edizione salgono a 1475. Gara molto tattica per quel che riguarda gli uomini: solo nel finale, con un deciso allungo, Nicola Ciavarella stacca i compagni di viaggio tagliando il traguardo in 2.20’02″. Nuovamente secondo Ashadibudi Akli e terzo uno sconsolato Walter Merlo. Primo reggiano sul traguardo Roberto Rondoni di Scandiano. Fra le donne bis di Daniela Spilotti a cui basta un 2.46’28″ per superare Patrizia Ritondo e la reggiolese Antonella Benatti, al suo esordio.
1998 Ancora record dei partecipanti in questa edizione: ben 1639, di cui 134 donne. Ma i record di quest’anno non sono finiti: Nicola Ciavarella bissa il successo dell’edizione precedente stabilendo sia il primato della gara che il proprio personale con il tempo di 2.17’43″. Al secondo posto il russo Igor Konychey, al terzo Graziano Costi, di Castelnuovo Monti, primo (e a tutt’ora unico) reggiano a salire sul podio. In campo femminile assistiamo alla prima vittoria straniera in terra reggiana con Vera Soukhova. L’atleta russa stabilisce il nuovo primato femminile con 2.41’44″ precedendo la compagna di colori Ludmilla Smirnova e Margherita Grosso. Quinta l’arcetana Monica Bondioli.
1999 Ancora iscrizioni sopra i 1500 e 1259 arrivi al traguardo. 2.16’55″ è il nuovo record della gara stabilito dal bergamasco Sergio Chiesa. Secondo posto per la russia con Guennady Temnikov staccato di solo 4 secondi e terzo il vincitore delle passate edizioni Nicola Ciavarella che migliora ancora una volta il proprio personale. Fra le donne sfida ad alto livello fra le atlete russe vede primeggiare Ludmilla Smirnova che frantuma il record della gara imponendosi in 2.36’11″ davanti alla connazionale Jana Malkova e all’azzurra Katiuscia Merati . Tutte e tre queste atlete scendono sotto il precedente record della manifestazione. Prima reggiana Daniela Paterlini che chiude all’ottavo posto.
2000 Calo dei partecipanti in questa edizione, 1381, dovuto principalmente alla maratona di Milano, disputatasi appena una settimana prima. Sono comunque 1183 quelli che giungono al traguardo. Anche quest’anno viene stabilito il nuovo record: Emanuele Zenucchi è primo in 2.15’51″, accompagnato sul podio da altri due italiani, Mirko Zenovello e Bruno Santachiara. Il primo reggiano è Giuseppe Pellacani, undicesimo. Per le donne, la vittoria va all’ungherese Ida Kovacs (2.41’45″), seguita da Katiuscia Merati, a solo tre secondi, e Sara Ferroglia. Antonella Benatti, la prima delle reggiane, chiude al quinto posto.
2001 Nonostante la bufera di neve abbattutasi sulla Pianura Padana il giovedì precedente alla partenza, la gara si riesce a disputare in condizioni quasi perfette, grazie al tempestivo intervento dei volontari, dell’Amministrazione Comunale e di tutti gli organismi coinvolti. A tagliare per primo il traguardo è il marocchino Farid El Marrafe con il tempo di 2.18’34″, secondo Nicola Ciavarella e terzo l’ecuadoregno Jefferson Monserrate. Due reggiani nei primi dieci: sesto Carlo Guidetti e nono Fabrizio Galassini. Per quel che riguarda le donne, dopo una battaglia condotta metro per metro lungo tutti i 42 km del tracciato, l’ungherese Ida Kovacs concede il bis concludendo in 2.38’26″; a soli 3 secondi l’esordiente Giovanna Volpato. Terzo posto per l’ungherese Timea Tziga. Decima la reggiana Monica Morstofolini.
2002 Altro record in questa edizione, è quello del numero degli arrivati: ben 1348 di cui 114 donne. La gara maschile è combattuta ed emozionante, con quattro atleti giunti al traguardo in meno di 20 secondi. Il merito di questo va allo sfortunato atleta ungherese Bacskai, autore di una fuga lunga trenta chilometri e conclusasi quando mancavano meno di mille metri al traguardo. Per lui solo il quarto posto finale superato dallo sloveno Kejzar, primo in 2.16’03″, da Emanuele Zenucchi e Giorgio Calcaterra. Il primo reggiano è al nono posto: con il tempo di 2h25’09 taglia il traguardo Marco Baldini. Fra le donne, grande prova per la marchigiana Marcella Mancini, che verso il 10 Km stacca le avversarie e giunge solitaria sul traguardo con il tempo di 2.36’46″, seconda prestazione di sempre sulle strade reggiane. Alle sue spalle la vincitrice delle ultime due edizioni, l’ungherese Kovacs staccata di circa 4 minuti con altrettanti di vantaggio sulla connazionale Zsiga. Antonella Benatti ancora prima fra le reggiane: 2.52’10″ il suo tempo che vale il sesto posto finale.
2003 Dopo sette edizioni cambia la zona di arrivo e partenza: da piazza Martiri ci si sposta allo Stadio Mirabello. Vicino al record il numero di atleti che tagliano il traguardo: 1343. Un nuovo record si ha invece nella gara maschile: il keniano Philemon Kipkering taglia il traguardo in 2.15’23″ seguito dal marocchino Mohamed Hajjy e a Giorgio Calcaterra. In campo femminile Francesca Zanusso, dopo una appassionante lotta con l’inglese Ruth Pickvance, si aggiudica la manifestazione. Carlo Guidetti dell’Atletica Scandiano e Antonella Benatti sono i primi reggiani al traguardo.
2004 Anno del sessantesimo compleanno di Gianni Morandi, che decide di festeggiare partecipando alla manifestazione reggiana. E’ il keniano Paul Lokira, al suo esordio in Italia, a vincere con un tempo di 2.16’04″ superando il marocchino Kisri e l’ungherese Mikolos. Fra le donne si impone Ivana Iozzia con l’ottimo tempo di 2.37’28″ davanti all’ungherese Zsuzsa Vajda e l’americana Clifton. Primi reggiani sono Marino Beltrami e la correggese Rosa Alfieri.
2005 Dopo Gianni Morandi, questo è l’anno del professor Romano Prodi, che, nella sua Reggio, porta a termine una maratona per la prima volta. Nuovi record in tutti i settori: più di 2100 iscritti e 1838 giunti al traguardo. Il marocchino Mohamed Hajjy (che vive a Scandiano) abbassa il record della gara a 2.14’08″. Fra le donne vittoria per l’azzurra Silvia Somaggio che chiude in 2.40’32″. Marino Beltrami e Antonella Benatti sono i primi reggiani al traguardo.
2006 Nuovo record di iscrizioni e di arrivi: i partecipanti superano i 2800, mentre gli arrivati sono 2534. Fra gli uomini vittoria per il Keniano Philemon Kipkering, che trionfa in 2.17’06″. Gloria Marconi, vince la prova femminile in 2.35’31″, nuovo record della manifestazione. Il giovane esordiente Lorenzo Villa e Rosa Alfieri sono i primi reggiani al traguardo. Il Presidente della Repubblica Concede l’Alto Patronato alla Maratona di Reggio.
2007 Edizione segnata dal maltempo, ma la pioggia e il freddo non hanno fermato né i maratoneti, né gli oltre 500 volontari che, sotto l’acqua gelida, sono rimasti a prestare servizio ai corridori. E neanche Stefania Benedetti è stata fermata dalla pioggia battente: vincendo la gara femminile, ha fatto registrare il nuovo record a 2.35’28″. Primo tra gli uomini il marocchino Benazzouz Slimani che chiude la corsa in 2.17’28″. Il campione di ecomaratona Carlo Guidetti, al traguardo in 2.37’41″, e la correggese Rosa Alfieri, nona assoluta, sono i primi tra i reggiani.
2008 Grande novità per la maratona del 2008 è stato il ritorno della zona di partenza e arrivo nel cuore della città. La gara ha infatti preso il via ai piedi del grande obelisco di piazza Gioberti, all’altezza della chiesa della Madonna della Ghiara. Leggero incremento di partecipanti rispetto all’anno precedente, ma da sottolineare in particolare la presenza di una percentuale altissima di maratoneti che hanno percorso la 42 Km nostrana per più di cinque anni, segno che chi prova Reggio difficilmente la lascia. Il vincitore di questa edizione è stato Hamed Nasef che ha concluso la gara in 2h.17’25″ davanti a Giorgio Calcaterra che ha chiuso in 2.20’04″, terzo Ridha Chihaoui in 2.21’08″. In campo femminile vittoria per Giustina Menna giunta al traguardo in 2.52’09″ davanti a Vajda Zsuzsanna, 2.53’20″ e terza Vrajic Marija, 2.56’53″. I primi reggiani sono Giuseppe Pellacani in 2.36’37″, Roberto Rondoni Roberto in 2.38’52″ e Daniele Palladino Daniele in 2.39’08″.
2009 Grandi numeri per questa edizione: 745 il numero degli iscritti, di questi 2544 i partenti, 2448 gli arrivati entro le 5 ore e mezza che con i 5 arrivati oltre il tempo massimo, porta a 2453 quelli totali. Questi numeri pongono la Maratona di Reggio Emilia al quinto posto del ranking nazionale, superando città con una popolazione molto più elevata. Questa è stata anche l’edizione di facebook: grazie a questo mezzo infatti, gran parte degli atleti accorsi hanno dimostrato il loro apprezzamento per questa gara. La vincitrice per la categoria femminile è stata Ivana Iozzia della Corradini Rubiera che ha chiuso in 2.35’52″, che ha mancato il record per soli 24 secondi, ma ha migliorato la sua precendente prestazione a Reggio (datata 2004) di ben 2 minuti. La Iozzia è contemporaneamente vincitrice, prima italiana e prima reggiana. Al secondo posto la Keniana Emi Perpetua Chepkorir in 2.40’51″ seguita dalla sua connazionale Jebet Salina (2.42’43″). Dopo otto anni dall’edizione in cui vinse, arriva quarta Ida Kovacs. Seconda italiana invece è stata la trentina Francesca Iachemet seguita dall’immancabile Rosa Alfieri che ha migliorato il 6 minuti il suo primato personale. Oltre la Iozzia un’altra atleta di casa ha concluso al di sotto delle tre ore, Ilaria AicardiUna gara a due fino alla fine invece quella maschile, si sono infatti contesi il primo posto fino agli ultimi metri Teklu Geto Metaferia e Denis Curzi, a spuntarla sul nostro connazionale è stato l’etiope che ha chiuso in 2.13’46″ nuovo record della gara maschile, a tre secondi il carabiniere italiano (anche lui sotto al vecchio record). Terzo classificato Hamed Nasef, vincitore dell’anno scorso, che ha chiuso in 2.15’50″, quasi due minuti in meno della sua precedente prestazione reggiana. Secondo italiano Gianluca Pasetto, terzo l’altoatesino Gerd Frick. Primo reggiano lo scandianese Daniele Palladino che ha chiuso in 2.32’55″ migliorando il suo personale di 7 minuti.
2010 Un timido sole ha accompagnato questa quindicesima edizione della Maratona di Reggio Emilia – Città del Tricolore, che ha visto troneggiare sulla sua medaglia lo splendido ponte di Calatrava, diventato in pochi anni un luogo simbolo della città. 2191 i partenti di cui 229 donne (il che conferma la presenza di una percentuale alta di queste ultime a Reggio Emilia); 2101 gli arrivati totali. Vincitore di questa edizione il marocchino Taofique El Barhoumi, classe 1981, che chiude in 2.15’55″ (nella foto tratta da 4ActionSport), vincendo la sua prima maratona. Al secondo posto, l’ungherese esordiente in maratona Tamas Kovacs, in 2.16’07″. Terzo, Nicodemus Biwott, keniano che chiude in 2.19.48 dopo essersi qualificato quinto qui a Reggio Emilia l’anno scorso. Tra le donne, ottima prova di Ilaria Bianchi, la senese che torna a Reggio Emilia per vincere e ci riesce, accompagnata dall’atleta reggiano Lorenzo Villa, chiude questa maratona in 2.40’23″. A cinque minuti di distanza la seconda donna Monika Nagy, la ventitrenne ungherese che termina la 42 km in 2.45’29″, e terza la donna che tre anni fa sotto un tempo inclemente ha stabilito il record della gara, Susanna Benedetti, che quest’anno chiude in 2.46’49″. Terza italiana l’atleta parmigiana Lara Mustat (2.57’19″). Primi tre italiani Mirko Canaglia (quinto assoluto) l’atleta meneghino che alla sua terza volta a Reggio Emilia termina in 2.22’22″, seguito da Gianluca Pasetto, il veronese della Corradini Rubiera (2.22’25″) e Massimo Galliano che tornato alla maratona dopo otto anni chiude in 2.26’26″. Vince il campionato della Repubblica Cispadana, Andrea Zambelli recente acquisto della Atl. Scandianese per gli uomini, mentre per le donne vince Ilaria Aicardi settima assoluta.
2011 La 16^ si può definire con ogni diritto “l’edizione dei record” 3180 iscritti 2986 partenti di cui 332 donne e 2554 uomini. 193 uomini arrivati sotto le 3 ore e 68 donne sotto le 3h30. 1975 atleti sotto le 4 ore di cui 177 donne. 2766 gli arrivati. Vince con una splendida gara e stabilendo il nuovo record il marocchino esordiente in maratona Mokraji Lahcen che chiude in 2.12’29″ stabilendo il nuovo record della gara, seguito dall’ungherese Tamas Kovacs e dal Keniano, ormai affezionato alla gara di Reggio Emilia, Nicodemus Biwott. Per le donne splendida gara di Eliana Patelli che chiudendo in 2.36’18″ bissa, alla seconda volta in maratona, il suo successo alla Maratona d’Italia abbassando il suo best personal. Seconda Elisa Stefani e terza Laura Ricci, l’atleta sassolese che veste la maglia di casa. Primi tre italiani Tommaso Vaccina (quarto assoluto) seguito da Nicola Venturoli, giovanissimo atleta classe 1988 e Gianluca Pasetto alla sua settima maratona reggiana. Per quanto riguarda il Campionato Nazionale dei Vigili del Fuoco al primo posto Michele Bedin dei Vigili del Fuoco di Padova, al secondo posto Antonio Zaccheo del Comando di Bari e sull’ultimo gradino del podio Vito Minerva, anche lui di Bari.
2012 In un edizione che ha visto la neve del venerdì sera mettere a rischio la partenza, in un anno segnato anche dal terremoto che solo pochi mesi prima aveva colpito l’Emilia, la Maratona di Reggio Emilia – Città del Tricolore è riuscita a tener testa a tutte le avversità, sfiorando le 3000 iscrizioni. Purtroppo alcuni di questi non hanno potuto raggiungere Reggio causa mal tempo, portando il numero di partenti a 2675, di cui soltanto 102 non hanno completato la prova. Dopo una gara in rimonta Zain Jaouad ha tagliato per primo il traguardo in 2.18’21″, seguito da Douirmi Said in 2.18’53″ e dall’italiano Carmine Buccilli. Sul podio femminile,con l’ottimo tempo di 2.37’54″, Elisa Stefani, supera le sue rivali staccando di prepotenza l’inossidabile Marija Vrajic e Barbara Cimmarusti.
2013 In un mite e soleggiato 8 dicembre la fanfara dei bersaglieri ha dato inizio alla 18°edizione della Maratona di Reggio Emilia!! 2853 iscritti di cui 2502 alla partenza. 2388 gli arrivati al traguardo che con grande soddisfazione e orgoglio hanno raggiunto l’obiettivo dei fantastici 42,195 km. Palamini Michele giovane italiano si classifica al primo posto (primato come più giovane esordio in maratona) con il tempo 2.17’03″. Al secondo e terzo gradino del podio maschile gli atleti di nazionalità marocchina Laalami Cherkaoui, con tempo 2.18’03″ e Tyar Abdelhadi con tempo 2.18’12″. Podio femminile tutto italiano: prima Patelli Eliana con 2.39’41″, al secondo gradino troviamo Giordano Laura con tempo 2.39’42″ e infine Dardini Claudia con 2.47’14″.
2014 Alla vigilia del ventennale della Maratona di Reggio Emilia, quella del 2014 si chiude inaspettatamente come l’edizione dei record con 3037 partenti e 2919 arrivati. Mokraji Lahcen (Gruppo Città Genova) vince per la seconda volta la Maratona di Reggio Emilia – Città del Tricolore, dopo il record del 2011, con il tempo di 2.17’52″. Al 2° posto si classifica Kabbouri Yassine (Atletica Gran sasso SSD a.r.l.) con il tempo di 2.18’31″. 3° piazza per l’ungherese Kovacs Tamas (Vedac) con il tempo di 2.18’44″. Per quanto riguarda la gara femminile, invece, trionfa Laura Giordano (Atletica Silca Conegliano) che si aggiudica il 1° posto con il tempo di 2.41’57″. Medaglia d’argento per Claudia Dardini (G.S. Lammari) che chiude con il tempo di 2.44’50″. Sul gradino più basso del podio Marija Vrajic (AK Maksimir), veterana a Reggio Emilia, che taglia il traguardo con il tempo di 2.49’23″.
2015 Sono ben vent’ anni che la Maratona di Reggio Emilia continua a dare grandi soddisfazioni ai tanti maratoneti, ai sempre attenti volontari e agli organizzatori di questa manifestazione. Grande successo per la medaglia, disegnata appositamente da un noto artista reggiano, ma soprattutto per il record di arrivati: 3010! 403 donne e 2607 uomini, per un totale iscritti di 3498. Come nel 2012, a tagliare il traguardo per primo è stato Jaouad Zain, con 2.16’56″. A seguirlo: Jean Baptiste Simukeka e l’italiano Giovanni Gualdi a pochissimi secondi dal ruandese. Tra le donne spicca Catherine Bertone, con un buon 2.34’54″’, 2^ posto per la ormai nota e amata Marije Vrajic. Dopo di lei, Nikolina Sustic.
Reggio Emilia, ecco tutti i vincitori della maratona Città del Tricolore
2016 Maratona di Reggio Emilia: tutti i tempi sotto le 3 ore
VEDI GALLERIE
“Maratona Internazionale 2016 di Reggio Emilia 38 km”
“Maratona Internazionale 2016 di Reggio Emilia 8 km”
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Con la partecipazione di
Simone Baldini
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<Simone Baldini – parathelta romagnolo>
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“Maratona Internazionale 2015 di Reggio Emilia“
(record di iscritti)
Il vincitore è il trentatreenne Francesco Bona (Aeronautica), che ha eguagliato il primato personale con 2.14.59, che aveva già ottenuto su percorso B a Treviso il 27/3/2011. Si tratta anche della seconda prestazione italiana del 2016 dopo 2.12.27 di Ruggero Pertile il 17/4 a Padova.
Positivo debutto in maratona per il ventenne modenese Alessandro Giacobazzi, 8° in 2.23.26, uno dei migliori tempi di sempre in Italia per un under 21. Fra le donne 2.37.09 per Catherine Bertone, davanti a Sara Galimberti a 2.39.15 nel debutto in maratona.
1° BONA FRANCESCO (C.S. AERONAUTICA MILITARE) 2:14:59
2° SIMUKEKA JEAN BAPTISTE (RCF ROMA SUD) 2:16:32
3° DOUIRMI SAID (LBM SPORT TEAM) 2:17:04
4° ZABLOCKI CHRISTOPHER (RUNCARD) 2:18:23
5° NASEF AHMED (S.S. ATL. DESIO) 2:18:32
6° BAMAAROUF TARIQ (TEAM MARATHON S.S.D.) 2:19:26
7° ZITOUNI YOUNESS (S.A. VALCHIESE) 2:22:27
8° GIACOBAZZI ALESSADRO (A.S. LA FRATELLANZA 1874) 2:23:26
9° KOVACS TAMAS (VEDAC) 2:25:00
10° DE FRANCESCO LUCA (ATLETICA MDS PANARIAGROUP ASD) 2:26:45
11° NÉMETH GÁBOR (RUNCARD) 2:29:19
12° ANGELUCCI ENRICO (LBM SPORT TEAM) 2:29:38
13° PIACENTINI EMANUELE (A.S.D. SPORTINSIEME) 2:31:23
14° CANAGLIA MIRKO (CUS PRO PATRIA MILANO) 2:32:19
15° SANDOR FONYO (LEDAC) 2:33:32
16° VELATTA STEFANO (A.S.GAGLIANICO 1974) 2:34:54
17° MILANI MASSIMILIANO ANDRE (ATL. SAN MARCO U.S. ACLI) 2:35:26
18° CAGLIANI FEDERICO (RUNNERS BERGAMO) 2:36:23
19° COLNAGHI PIETRO (RUNNERS VALSERIANA) 2:36:32
20° MARIANI ALBERTO (G.S. AVIS – SEREGNO) 2:37:01
21° BERTONE CATHERINE (ATLETICA SANDRO CALVESI) 2:37:10
22° MARCHISIO EDOARDO (S.S. VITTORIO ALFIERI ASTI) 2:37:20
23° CORSINI SIMONE (EDEN SPORT SCSD) 2:37:32
24° RIVI ENRICO (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:38:41
25° ZANETTI OMAR (FREE-ZONE) 2:38:45
26° VILLA LORENZO (ATLETICA MDS PANARIAGROUP ASD) 2:39:03
27° GALIMBERTI SARA (BRACCO ATLETICA) 2:39:16
28° ZIVKOVIC ANTE (AK DUBROVNIK) 2:39:25
29° OPPIOLI MARCO (GOLDEN CLUB RIMINI INTERNAT.) 2:41:01
30° SCARABELLI DAVIDE (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:42:06
31° GAMBA CLAUDIO G. ALPINISTICO VERTOVESE) 2:42:19
32° KASZYCA PAWEL (IGLOO BOCHNIA) 2:42:49
33° SPADONI ANDREA (ATLETICA MDS PANARIAGROUP ASD) 2:43:27
34° PORTA ANDREA (ATL POD SAN GAVINO) 2:43:33
35° LUPO FRANCESCO (ASD ATLETICA MELITO BOLOGNA) 2:43:45
36° COREGGIOLI STEFANO (SALCUS) 2:43:54
37° JENCIC BOSTJAN (TK ŠMARNOGORSKA NAVEZA) 2:43:58
38° DAVINI GIORGIO (G.P. PARCO ALPI APUANE) 2:44:29
39° DEL BUONO LUIGI (S.E.F. STAMURA ANCONA A.S.D.) 2:45:38
40° MENEGHELLO ALBERTO (ASSINDUSTRIA SPORT PADOVA) 2:46:08
41° OCCHI SIMONE (G.S.SELF ATL. MONTANARI GRUZZA) 2:46:41
42° CAPUZZO MICHELE (G.S.D. VALDALPONE DE MEGNI) 2:47:07
43° GABUSI MASSIMO (ATLETICA PERTICA BASSA) 2:47:43
44° RAMPONI GIOVANNI MARIA (ATL. 99 VITTUONE) 2:47:47
45° GAMBA FERRUCCIO (G. ALPINISTICO VERTOVESE) 2:48:11
46° MATTALIA STEFANO (A.S.D.DRAGONERO) 2:48:13
47° SANDRINI LUCA (G.P. PELLEGRINELLI) 2:48:30
48° MAREGHELLO MARCO (GRUPPO PODISTI MONSELICENSI) 2:48:32
49° KNELL MARTIN ( ) 2:48:39 50° BOSI GIORGIO (BALLOTTA CAMP) 2:48:42
51° KAVALECZ GABOR ( ) 2:48:52
52° BETTINELLI ANGELO MARCO (ATL. COLOGNO AL SERIO) 2:49:21
53° DE CONTO FILIPPO (ATLETICA EDILMARKET SANDRIN) 2:49:26
54° COPPULA PANTALEO SILVIO (GR. POD. A 13 ALBA TAURISANO) 2:49:29
55° CASADEI MAURIZIO (OLIMPIA NUOVA RUNNING A.S.D.) 2:49:54
56° SCARATTI FABIANO (MARATHON CREMONA) 2:49:59
57° GUIDUCCI ANDREA (ASD ATL. CESENATICO) 2:50:21
58° POGGI FABIO (ASD SAN VITO) 2:50:29
59° CORRITORE DAVIDE (GR.PODISTICO AVIS TAGLIO DI PO) 2:50:42
60° FALABRETTI ENRICO (ATL. VALLE BREMBANA) 2:50:48
61° ALIBERTI SABATO DINO (UISP COMITATO TERR.LE REGGIO EMILIA) 2:50:49
62° MANAZZALE GABRIELE (MONZA MARATHON TEAM – A.S.D.) 2:50:52
63° DE LEIDI FLAVIO (RUNNERS BERGAMO) 2:50:58
64° UGAZIO GIAN MARIO (G.P. QUELLI DELLA VIA BARACCA) 2:51:02
65° DAL BELLO ALESSANDRO (GRUPPO ATLETICA VEDELAGO) 2:51:06
66° COLPANI CLAUDIO (GS AVIS TREVIGLIO G.BRUSAFERRI) 2:51:23
67° PASCOLINI ALESSANDRO (MARATHON CLUB CITTA’ DI CASTEL) 2:51:26
68° PREGNOLATO MASSIMO (GS AVIS TREVIGLIO G.BRUSAFERRI) 2:51:30
69° ARTIOLI MILLER (ASD SAN VITO) 2:51:50
70° ZANGONI MARCO (ATLETICA TRENTO) 2:51:55 71° RONZITTI NICOLA (DELTA SPEDIZIONI) 2:51:55
72° SASSI NEREO ALEN (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:52:00
73° MANZETTI MAURO (ATL. GALLARATESE) 2:52:04
74° BERGIANTI ANDREA (U.C. ARCETANA ASD) 2:52:11
75° TRENTIN VIRGINIO (ATLETICA SAN BIAGIO) 2:52:11
76° CONTI EMANULELE (TRAIL ROMAGNA) 2:52:21
77° VRAJIC MARIJA (AK MAKSIMIR) 2:52:30
78° VEGETTI ROBERTO (ATHLETIC CLUB VILLASANTA) 2:52:42
79° BALDASSO CRISTIANO (MONTELLO RUNNERS CLUB) 2:52:49
80° FERRAIOLI SALVATORE (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:52:54
81° EL KANNOUSSI MINA (ATLETICA SALUZZO) 2:53:00
82° PISI DAVIDE (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:53:03
83° PERGHER FABIO (ATLETICA SERENISSIMA ASD) 2:53:11
84° AICARDI ILARIA (ATL. REGGIO ASD) 2:53:17
85° GIARDINO LARA (ATLETICA SALUZZO) 2:53:27
86° CAVAZZA DANIELE (PICO RUNNERS) 2:53:30
87° GRASSI MIRKO (G. ALPINISTICO VERTOVESE) 2:53:46
88° RICCI LAURA (CALCESTRUZZI CORRADINI EXCELS.) 2:54:05
89° RIGALDI DOMENICO (U.S. OLTRONESE) 2:54:13
90° OLIVETTI ANDREA (ASD FILMAR RUNNING) 2:54:14
91° COLOMBO FRANCESCO (G.S. AVIS – SEREGNO) 2:54:35
92° MURCIANO ROBERTO (ATL. REGGIO ASD) 2:54:39
93° BOGLIONI ANDREA (NEW ATHLETICS SULZANO) 2:54:41
94° PAONESSA MARIO (ATL. VERBANO) 2:54:45
95° RE CRISTIAN (G.P. TALAMONA) 2:54:50
96° GIANI FABIO (RUNNING OLTREPO’) 2:54:51
97° MATTIOLI ANDREA (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:54:55
98° GUATELLI FRANCESCO (ASD MONTICELLI TERME 1960) 2:54:58
99° RONCHETTI ALEXANDER (POL. SCANDIANESE) 2:55:02
100° FLAUTO VINCENZO (G.S. AVIS OGGIONO) 2:55:07
101° PETTINI ALEX (RUNNERS BERGAMO) 2:55:18
102° MECHETTI GIOVANNI (G.S.SELF ATL. MONTANARI GRUZZA) 2:55:23
103° VERDELLI LORENZO (B. R.C. CASTIGLIONE D’ADDA) 2:55:23
104° TORTELLA GIACOMO (G.P. AVIS POL. MALAVICINA) 2:55:25
105° PAPPALARDO NICOLA (PODISTICA PONTELUNGO BOLOGNA) 2:55:26
106° LODI RIZZINI LUIGI (ADS RIVAROLO DEL RE) 2:55:27
107° MASELLI MARCO (3’30/KM ROAD&TRAIL RUNNING TEAM ASD) 2:55:31
108° MASELLI MATTEO (3,30 KM ROAD & TRAIL RUNNING T) 2:55:32
109° D’AMATO MICHELE (BRAMEA VULTUR RUNNERS) 2:55:38
110° CORSINI PAOLO EMILIO (ATL. VERBANO) 2:55:52
111° STEPIEN ZENON (100 MARATHON CLUB POLAND) 2:55:53
112° DALLOLIO MATTEO (PICO RUNNERS) 2:56:02
113° SCROGLIERI STEFANO (TRITALY) 2:56:14
114° FIAMENI GIOVANNI (AMICI DELLO SPORT BRIOSCO-MI) 2:56:27
115° GIROTTO VALERIO (MONTELLO RUNNERS CLUB) 2:56:32
116° RHO DAVIDE (RUNNERS BERGAMO) 2:56:43
117° VERINI PIETRO (U. P.POLICIANO AREZZO ATLETICA) 2:56:56
118° TAGLIAPIETRA CARLO (ATL. DUE TORRI SPORTING NOALE) 2:56:58
119° VISCOMI ANTONIO (TRICOLORE SPORT MARATHON A.S.D.) 2:57:10
120° MALGARIDA MARCO (U.S. MALONNO) 2:57:12
121° MESSORA ANGELO (PICO RUNNERS) 2:57:12
122° DONISELLI IVAN VIRGINIO (ATL. VIRTUS SENAGO) 2:57:18
123° BURGESS RACHEL (PODISTICA PONTELUNGO BOLOGNA) 2:57:28
124° SERBAN SILVIU MIRCEA (ATL. RODENGO SAIANO) 2:57:39
125° PELLEGRINI EURO (ATHLETIC CLUB 96 AE SPA) 2:57:43
126° GATTI ANTONIO (TEAM OTC SSD ARL) 2:57:49
127° MORSTABILINI LUCA (SORESINA RUNNING CLUB) 2:57:50
128° TIRELLI CECILIA (A.S. LA FRATELLANZA 1874) 2:57:55
129° CONTE FRANCESCO MARCELLO (RUNNERS VALBOSSA-AZZATE) 2:58:01
130° FASOLI TIZIANO (C.U.S. VERONA SEZ. ATLETICA) 2:58:05
131° CHRISTENSEN ANDERS (ATL. SAN MARCO U.S. ACLI) 2:58:06
132° RIZZOTTO EMANUELE (AMATORI ATL. CASORATE S.) 2:58:06
133° ACERBIS DOMENICO STEFANO (RUNNERS BERGAMO) 2:58:16
134° ALDOVINI MASSIMO (MARATHON CREMONA) 2:58:20
135° DE PIERO STEFANO (ATLETICA RIVIERA DEL BRENTA) 2:58:20
136° GALLINI MATTEO (HAPPY RUNNER CLUB) 2:58:21
137° CARBONELLI LUCA (TRIBU’ FRENTANA LANCIANO) 2:58:22
138° BERETTA ROBERTO (ATHLETIC CLUB VILLASANTA) 2:58:23
139° SAIEVA MAXIMILIANO (ATLETICA CORRIFERRARA) 2:58:23
140° MAINO PAOLO (GARDASPORTEVENTS) 2:58:27
141° CARDINALI MAURO (MARATHON CLUB CITTA’ DI CASTEL) 2:58:30
142° BORRELLI LUIGI (POD. CAVRIAGO) 2:58:31
143° CORONA CESARE GIACOMO (CANOTTIERI MILANO) 2:58:37
144° GERVASONI ROBERTO (ATL. FIAMMECREMISI S.VITO AL T) 2:58:44
145° BIFFI DOMENICO (G.S. AVIS OGGIONO) 2:58:45
146° AQUILANI LUCA (MARATHON CLUB CITTA’ DI CASTEL) 2:58:46
147° GHERARDI ALESSANDRO (A.S.D. OLYMPIC RUNNERS LAMA) 2:58:46
148° FEUDO CRISTIAN (KINO MANA) 2:58:50
149° FOSCARINI IGOR (ATL. SAN MARTINO COOP CASARSA) 2:58:50
150° BERSELLI FABIO (ASS. POL. SCANDIANESE) 2:58:52
151° CAROLI FREDERIK (ROAD RUNNERS CLUB POVIGLIO ASD) 2:58:53
152° TOMA MIRCO (G.P. PARCO ALPI APUANE) 2:58:54
153° BERGO STEFANO (RUNNERS PADOVA) 2:58:54
154° RONGAROLI GIANLUCA (ATL. VIGNATE) 2:58:56
155° MATTIELLO GIULIO (ASD ATLETICA MELITO BOLOGNA) 2:58:56
156° VOLANTE LUCA (TRC TRAVERSETOLO RUNNING CLUB) 2:58:57
157° TESEI ENRICO (S.E.F. STAMURA ANCONA A.S.D.) 2:58:57
158° BENDINELLI ANDREA (G.S.SELF ATL. MONTANARI GRUZZA) 2:59:00
159° TAPPATA’ DENISE (POL ACLI MACERATA) 2:59:00
160° MAGGETTI GIACOMO ENGELS (ATL. AMAT. AVIS CASTELFIDARDO) 2:59:02
161° CAIELLI STEFANO (EUROATLETICA 2002) 2:59:07
162° TONIATTI ROBERTO (U.S. QUERCIA TRENTINGRANA) 2:59:15
163° LOMBARDO GASPARE (A.S.D. SPORTINSIEME) 2:59:17
164° ROSSI MASSIMO MARCO (RUNNERS CAPRIOLESE) 2:59:19
165° AMMIRATORE MASSIMILIANO (INSUBRIA SKY TEAM) 2:59:20
166° ZUCCARELLO NICOLA (GR.PODISTICO AVIS TAGLIO DI PO) 2:59:20
167° ARENA FRANCO (ROAD RUNNERS CLUB MILANO) 2:59:33
168° BRAMBILLA TIZIANO (MARTESANA CORSE) 2:59:35
169° KNERR DAVID (AL-KO TRIATHLON AUGSBURG) 2:59:35
170° GALIMBERTI CESARE (SCHIANTARELLI A.ASOLA SSD) 2:59:37
171° BRUNO CARLO ( ) 2:59:42
172° ELLI ROBERTO (ATLETICA MANARA) 2:59:49
173° SANFILIPPO STELVIO (ATL. REGGIO ASD) 2:59:51
174° PALADINI ALESSANDRO (A.S.D. SPORTINSIEME) 2:59:52
175° VALLANI LUCA (A.S.D. ATLETICA LUPATOTINA) 2:59:53
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Simone Baldini – parathelta romagnolo
Un’impresa sportiva e umana che per Simone Baldini è resa ancora più speciale dalle sue condizione fisiche.
Nel 1997, infatti, quando aveva solo 16 anni, un virus ancora oggi sconosciuto, ha attaccato il suo midollo spinale all’altezza della vertebra D10, causandogli un black out neurologico che lo ha paralizzato dallo stomaco in giù.
Solo un intenso ed instancabile lavoro di riabilitazione durato anni, gli ha permesso di rientrare in possesso delle principali funzioni fisiologiche e motorie fino a riuscire a camminare con le stampelle : stampelle che hanno dovuto cedere il posto alla carrozzina qualche anno fa a causa di complicazioni articolari e muscolari importanti.
La grande determinazione di Simone Baldini lo ha portato a misurarsi con lo sport : Handbike ,Olympic Wheelchair e Triathlon sono le sue discipline.
Dopo aver militato nella Nazionale di Handbike, e aver collezionato diversi titoli nel triathlon, oggi ha deciso di sfidare se stesso oltre ogni limite, dedicando più di 20 ore a settimane all’allenamento, nonostante non sia certo un atleta professionista.
Da circa un anno ha scelto di dedicarsi alle lunghe distanze e di gareggiare insieme ai normodotati, sostenuto dalla sua società, l’ ASD Triathlon Duathlon S.G. Rimini, dagli sponsor (prima su tutti la Società per cui lavora, ovvero la SIT Group Spa di San Marino e poi Grip Dimension, Garmin, Progeo e tanti altri) e dai numerosi fan che seguono le sue imprese sui Social Network e sui campi di gara.
Quando tre anni fa anche in Italia si è iniziato a parlare di paratriathlon dichiara Alessandro Alessandri, presidente T.D.S.G. Rimini come società abbiamo subito sposato questa causa.
Abbiamo incontrato Simone Baldini prima sui campi di gara e poi l’abbiamo voluto fortemente con noi. Al di là delle prestazioni atletiche pensiamo che lo sport debba essere esempio, divertimento e passione e certamente Simone incarna a pieno questa filosofia.
Simone Baldini è da sempre attento ai temi sociali ed insieme al Comitato Paralimpico Sammarinese porta nelle scuole il suo messaggio di speranza e di sport pulito.
Non è un caso che sia tra gli atleti più attivi dell’associazione “I am doping free“ voluta dal nuotatore azzurro Filippo Magnini per combattere il doping.
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Prossimo articolo
“Maratona Internazionale 2016 di Reggio Emilia”
( con foto di Simone Baldini parathelta )
Mille Miglia 2016 Reggio Emilia – Galleria
Mille Miglia in città, la leggenda corre nel ricordo di Nuvolari
La Mille Miglia è già transitata da Reggio Emilia tante volte, e sabato 21 maggio 2016 dalle 19,45 alle 22 circa in centinaia coloreranno la citta al suono del pistone d’epoca, per raccontare la storia dell’Italia motoristica.
Compresa la leggenda di Nuvolari (biografia) ambientata a Reggio Emilia.
Si tratta delle nonnette a quattro ruote della Mille Miglia, «la corsa più bella del mondo», come l’ha definita Enzo Ferrari (biografia).
Alla terza tappa parteciperanno una lunga lista, ex piloti, personaggi dello spettacolo, imprenditori ed alcuni equipaggi del territorio reggiano.
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MILLE MIGLIA 2016
SULLA DESTRA DI QUESTO BLOG
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Con provenienza da Modena sulla via Emilia, le auto transiteranno in via Ariosto e corso Garibaldi, dov’è prevista una breve sosta davanti al palazzo della Bonifica per le verifiche.
Poi passaggio in via Emilia S. Stefano e piede sul gas per catapultarsi verso Parma, per la conclusione della frazione.
La gara di regolarità ha risonanza internazionale e parte oggi da Brescia, per tagliare il traguardo sempre nella città lombarda domenica prossima, dopo quattro tappe.
Quattro i team reggiani in corsa. Il primo a transitare sarà l’imprenditore di Castellarano, Ivanno Frascari assieme al fidato navigatore, Luciano Teneggi. A bordo della loro Bugatti T40 del 1930 (numero 67) sono all’ottava partecipazione.
Per loro, nel 2011, la soddisfazione per aver vinto il concorso di eleganza organizzato dalla Mille Miglia.
Prima volta alla “Freccia Rossa” per i montecchiesi Iones e Mauro Bigliardi, padre e figlio, che a bordo della Fiat 500 C “Topolino” (numero 204) hanno intrapreso questa avventura per festeggiare i 70 anni del pilota e gli 80 della mitica vettura della marca torinese.
Quinta Mille Miglia per i toscani Romolo e Fabio Becchetti Jaguar XK 120 OTS Roadster del 1952, (numero 227) portacolori della Scuderia Tricolore di Reggio che dovrebbero transitare nonostante i gravi problemi al cambio patiti ieri durante la seconda tappa. Padre e figlio sono di Pietrasanta (Lucca), ma Fabio vive a Reggio con la famiglia.
Prima volta anche per Paolo Bucchi, Presidente di Unindustria e la moglie Maria Angela Snelli su una Austin Healey 100/4 BN2 del 1955 (numero 363).
Se si dice Mille Miglia, spicca immediatamente un nome che equivale per antonosmasia alla velocità: Tazio Nuvolari, il celebre «mantovano volante» si è imposto in due edizioni della gara.
Si segnala per un episodio proprio legato a Reggio, che pur non vedendolo vincitore, ne ha rafforzato il mito sportivo.
È il 1948 e Nuvolari (biografia), 56enne, frequenta sempre il mondo delle competizioni, ma raramente si mette al volante.
A sorpresa, balza su una Ferrari. In testa alla corsa con un distacco abissale, si ferma sulla via Emilia, alle porte della città, l’auto è in condizioni disastrose: priva di confano e parafango con la balestra rotta, non può proseguire.
Nuvolari, esausto, con il volto trasformato in una maschera di polvere e dolore, viene accolto dal prete della vicina chiesa di Ospizio, fuori dalla canonica, la gente applaude l’ultimo degli eroi romantici.
E’ «il più grande pilota del passato, presente e futuro»: entra definitivamente nella leggenda.
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Enzo Ferrari (un uomo la sua passione)
Enzo Anselmo Ferrari nasce alla periferia di Modena il 18 febbraio 1898 ma, a causa della neve, i suoi genitori ne registrano la nascita soltanto due giorni più tardi.
Suo padre possedeva un’officina di carpenteria metallica, che occupava circa 30 dipendenti impegnati nella costruzione di ponti e tettoie per le ferrovie dello stato.
All’età di 10 anni Enzo viene portato dal padre, insieme al fratello Alfredo, ad assistere ad una corsa automobilistica sul circuito di Bologna, sulla via Emilia. La gara viene vinta da Felice Nazzaro (Vincenzo Lancia realizzò il giro più veloce) ed il giovane Enzo ne rimane fortemente impressionato.
Una doppia tragedia colpisce la famiglia nel 1916: la morte del padre e del fratello. A seguito della scomparsa del padre interrompe gli studi e trova occupazione come istruttore nella scuola tornitori della officina pompieri di Modena.
Parte soldato durante la prima guerra mondiale e viene assegnato al III° Artiglieria alpina. Colpito da una grave malattia subisce due interventi e viene congedato.
Una volta ristabilito Enzo cerca lavoro alla Fiat a Torino ma senza successo.
Alla fine del 1918, sempre a Torino, trova occupazione come collaudatore presso una piccola azienda che realizza ricercate “Torpedo” partendo da autotelai di autocarri leggeri.
Enzo trova un nuovo impiego a Milano, alla C.M.N (Costruzioni Meccaniche Nazionali), prima come collaudatore e in seguito come pilota da corsa . Esordisce in gara nel 1919 nella corsa in salita Parma-Poggio di Berceto, arrivando quarto nella categoria tre litri alla guida di una 4 cilindri, 2.3 litri, CMN 15/20. Nello stesso anno, il 23 novembre, partecipa alla Targa Florio dove non ebbe altrettanto successo: un problema al serbatoio della benzina gli fece, infatti, perdere oltre quaranta minuti.
Nel 1920, dopo una serie di gare in cui ebbe alterna fortuna alla guida di una Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa.
Enzo arriva secondo assoluto alla Targa Florio alla guida di un’Alfa Romeo, 6 litri, 4 cilindri, tipo 40/60.
Inizia, così, una collaborazione con la casa del Biscione che durerà vent’anni e lo porterà a ricoprire incarichi di collaudatore, pilota, collaboratore commerciale e, infine, direttore del reparto Alfa Corse fino al settembre 1939.
Come pilota ufficiale dell’Alfa, Ferrari prende parte a diverse corse, con alcuni risultati positivi, come il 5° posto alla Targa Florio, in maggio, ed il 2° posto al Circuito del Mugello, in luglio.
In quell’anno riporta anche il suo primo vero incidente: alla vigilia Gran Premio di Brescia , in settembre, esce di strada per evitare una mandria di buoi che stava attraversando il tracciato della corsa.
Ferrari vince il primo Circuito del Savio, occasione in cui incontra il Conte Baracca padre del famoso asso dell’Aviazione Italiana, Francesco Baracca.
In seguito conoscerà anche la Contessa Baracca, dalla quale riceverà una foto con dedica e l’invito ad utilizzare il “Cavallino” come portafortuna sulle sue vetture.
Nel 1924 Enzo Ferrari ottiene il primo riconoscimento ufficiale dallo Stato, ricevendo la carica di Cavaliere per meriti sportivi, diventando, poi, nel 1925, Cavaliere Ufficiale; la sua passione per il giornalismo lo porta a diventare uno dei fondatori, a Bologna, del “Corriere dello Sport”.
Ferrari riceve il titolo di Commendatore, come riconoscimento per i servizi resi al Paese in campo sportivo.
Nello stesso anno, il 5 giugno, vince il 1° Circuito di Modena con l’Alfa Romeo 6C-1500 SS.
Il 20 maggio 1928 Enzo vince il 2° Circuito di Modena, sempre al volante di un’Alfa Romeo 6C- 1500 SS.
Nel 1929 fonda a Modena la “Scuderia Ferrari”, società sportiva che aveva come scopo quello di far correre i propri soci. Questo segna l’inizio di un’intensa attività agonistica che porterà alla creazione di una squadra ufficiale; la Scuderia gareggiava sia con auto, soprattutto Alfa Romeo, sia con moto; col tempo diverrà una filiale tecnico-agonistica dell’Alfa Romeo, alla quale si sostituirà nel 1933 nella gestione dell’attività sportiva.
E’ l’anno dell’ultima corsa come pilota. Al circuito delle Tre Province, il 9 agosto del 1931, Ferrari arriva secondo, alla guida di un’Alfa Romeo 8C -2300 MM, dietro Nuvolari (biografia). La prossima nascita di Alfredo “Dino” (19 gennaio 1932) e i sempre maggiori impegni come direttore della Scuderia lo portano a decidere di ritirarsi dalle corse.
La Scuderia Ferrari nel 1937 costruisce l’Alfa Romeo 158 “Alfetta” che dominerà nelle competizioni internazionali.
Alla fine del 1937 la Scuderia Ferrari viene sciolta, all’inizio del 1938 Enzo Ferrai assume l’incarico di direttore dell’Alfa Corse rientrata nelle competizioni e si trasferisce a Milano.
Il 6 settembre 1939 Enzo Ferrari lascia l’Alfa Romeo, vincolato dalla clausola di non usare il nome Ferrari associato alle corse e alle macchine da corsa per almeno quattro anni. Da quel giorno, battere l’Alfa Romeo con una vettura da lui costruita diviene il suo obiettivo.
Il 13 settembre fonda l’Auto Avio Costruzioni a Modena in Viale Trento Trieste, la stessa sede della ex Scuderia Ferrari.
L’Auto Avio Costruzioni su base meccanica Fiat realizza due vetture denominate 815 (8 cilindri, 1500 cm³) per l’ultima Mille Miglia prima della guerra, a condurle, senza fortuna, saranno il giovane Alberto Ascari e il marchese Lotario Rangoni Machiavelli di Modena.
Nel 1943, in piena guerra, l’Auto Avio Costruzioni si trasferisce da Modena a Maranello, dove viene costruita la prima parte di quella che sarà la sede Ferrari. A Modena l’Azienda aveva lavorato per la Compagnia Nazionale Aeronautica di Roma, la Piaggio e la RIV, a Maranello la sua attività principale diviene la fabbricazione di rettificatrici oleodinamiche, , riproduzioni di macchine utensili originali tedesche.
L’officina è bombardata il 4 novembre 1944 e di nuovo colpita nel febbraio successivo ma viene subito ricostruita.
Alla fine del 1945 inizia la progettazione completa della prima vettura “Ferrari”. L’idea ambiziosa è quella di un motore di 12 cilindri a V un’architettura che segnerà l’intera storia della Casa che possa avere molteplici utilizzi: su vetture Sport, su Monoposto e addirittura su modelli Gran Turismo.
In dicembre del 1946 Ferrari distribuisce alla Stampa i dati e disegni della nuova vettura.
Il 12 marzo 1947 guida la vettura, denominata 125 S, nella prima prova su strada.
Dopo aver vinto la sua prima Mille Miglia nel 1948, la prima 24 Ore di Le Mans nel 1949 e il primo Gran Premio valido per il Campionato del Mondo di Formula 1 nel 1951, nel 1952 la Ferrari è Campione del Mondo con Alberto Ascari che si ripeterà anche nel ’53.
Nel 1952 Ferrari viene insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro un riconoscimento datogli per i servizi resi all’industria e all’immagine dell’Italia nel mondo.
Il 30 giugno 1956 il figlio di Enzo, Alfredo chiamato familiarmente “Dino”, muore di distrofia muscolare; Ferrari aveva coinvolto fino all’ultimo suo figlio nel progetto per la realizzazione del nuovo motore 6 cilindri a V di 1500 cm3 che debutterà dieci mesi dopo la sua morte: per questa ragione i motori Ferrari 6 cilindri a V saranno conosciuti come “Dino”.
La Ferrari si trasforma in Società per Azioni. Nello stesso anno, l’Università di Bologna conferisce a Enzo Ferrari la Laurea honoris causa in ingegneria meccanica.
Enzo Ferrari nel 1962 viene premiato dalle Nazioni Unite con il Premio Hammarskjöld.
Nel 1963 viene costruito a Maranello, sotto il suo patrocinio, l’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato dedicato ad Alfredo “Dino” Ferrari che ancora oggi fornisce tecnici specializzati all’azienda.
Enzo Ferrari nel 1965 riceve il Premio Columbus.
Nel 1969 Ferrari è ormai consapevole che lo sviluppo dell’attività industriale richiede un socio potente nel settore e stipula un accordo con il gruppo Fiat per la cessione del 50% dei titoli azionari Ferrari.
Enzo Ferrari viene premiato con la medaglia d’oro della cultura e dell’arte del Presidente della Repubblica Italiana.
Viene decisa, su precisa volontà di Enzo Ferrari, la costruzione della Pista di Fiorano che verrà inaugurata l’8 aprile 1972.
Nel 1979 Ferrari riceve da Pertini il titolo di “Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana”.
Nel 1987 viene presentata F40, ultima vettura realizzata sotto la gestione di Enzo Ferrari.
Nel 1988 l’Università di Modena gli conferisce la Laurea honoris causa in fisica.
Nello stesso anno, esattamente il 14 agosto, Enzo Ferrari muore all’età di 90 anni.
Mille Miglia 34esima rievocazione
Si è svolta l’annuale conferenza stampa dedicata alla presentazione della 34esima rievocazione della Mille Miglia, la corsa su strada più famosa di tutti i tempi. L’edizione 2016 della corsa si svolgerà da giovedì 19 a domenica 22 maggio.
L’evento sarà curato per la quarta volta consecutiva dalla 1000 Miglia Srl, società totalmente partecipata dall’Automobile Club di Brescia. La gestione della corsa prevede la tradizionale partenza e arrivo a Brescia, con il giro di boa nella città di Roma, rispettando una tradizione che va avanti dal 1927.
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Ricordando “Tazio Nuvolari” il “Mantovano volante”
La direzione ricorda inoltre che ogni anno la gara cambia il suo percorso in modo da far transitare la Mille Miglia in posti dove mancava da tempo. Anche per l’edizione del 2016 si prevedono delle novità: si partirà il primo pomeriggio di giovedì 19 Maggio e dopo il passaggio a Ravenna e Ferrara, la prima tappa si concluderà a Rimini. Il giorno seguente si effettuerà una sosta a Macerata per il pranzo e nella serata di venerdì si giungerà a Roma, dove la concomitanza con il Giubileo comporterà alcune modifiche nella consueta passeggiata notturna nella capitale.
Il sabato 21 si proseguirà fino alla Toscana, effettuando una sosta a Poggibonsi. A grande richiesta, la Mille Miglia 2016 tornerà a scalare i Passi della Futa e della Raticosa, in modo da soddisfare le tante richieste dei suoi appassionati. La terza tappa vedrà la sua conclusione a Parma, proprio come lo scorso anno e da qui si partirà la domenica mattina alla volta di Brescia, facendo coincidere l’arrivo con l’ora di pranzo.
La mille Miglia 2016 ripeterà una pratica recente che è stata molto apprezzata lo scorso anno: la manifestazione si fermerà all’Autodromo di Monza per effettuare alcune prove speciali.
La prossima edizione della Mille Miglia porterà in dote una interessante novità, relativa al calcolo del punteggio. Verranno utilizzati nuovi coefficienti che terranno conto dell’epoca e della sportività degli oltre novecento modelli che si potranno iscrivere alla storica corsa, con l’obiettivo di valorizzare i veicoli d’epoca dal passato più glorioso, aumentando così il valore storico e sportivo di questa kermesse.
L’appuntamento è ora rimandato a maggio, quando torneremo ad assistere ad uno straordinario evento che punta ad esaltare vetture senza tempo e cornici paesaggistiche che solo l’Italia sa regalare.
BUONA FOTO A TUTTI
Ricordando “Tazio Nuvolari” il “Mantovano volante”
Tazio Giorgio Nuvolari (Castel d’Ario, 16 novembre 1892 – Mantova, 11 agosto 1953) è stato un pilota motociclistico e pilota automobilistico italiano.
La sua carriera sportiva abbraccia un trentennio dal 1920 al 1950, con l’interruzione di oltre sei anni a causa del secondo conflitto mondiale.
La carriera di quello che sarà ricordato dalla stampa e dagli appassionati con gli pseudonimi di “Mantovano volante” e di “Nivola”, fu tutt’altro che in discesa. Nei primi anni di corse Nuvolari dovette superare molte difficoltà e inseguire per lungo tempo quei successi che non volevano arrivare.
Nuvolari è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo mondiale ed è ancora oggi ricordato e ammirato per le sue molte e speciali qualità, nonché per le sue doti umane.
Gli inizi
Figlio di Arturo, agricoltore benestante, e di Elisa Zorzi, il piccolo Tazio crebbe nel mito sportivo del padre e dello zio Giuseppe, entrambi valenti corridori ciclisti dell’epoca, celebri per aver dominato la riunione ciclistica internazionale di Nizza del 1893.
In particolare, fu lo zio che lo iniziò al motorismo, facendogli guidare le sue motociclette fin da bambino.
Richiamato alle armi durante la prima guerra mondiale fu impiegato come autiere nel Servizio Automobilistico dell’Esercito, in forza alla sezione Sanità della 22ª Divisione, inquadrata nella “invitta” Terza Armata agli ordini del Duca d’Aosta.
Nel 1917 sposò Carolina Perina, dopo una classica fuitina e con una cerimonia civile; rito all’epoca inconsueto e considerato quasi scandaloso.
Nel 1920, all’età di 27 anni, chiese e ottenne la licenza di pilota di moto da corsa. Molte biografie riportano la notizia del rilascio di tale licenza nel 1915.
L’equivoco è dovuto al fatto che i cartellini stampati nel 1915 per i piloti dal Moto Club d’Italia furono riutilizzati dopo la parentesi bellica, semplicemente aggiornandoli con una correzione a mano.
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Ricordando “Tazio Nuvolari” il “Mantovano volante”
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Gli esordi nel professionismo tra auto e motocicletta (1921-1924)
La sua carriera cominciò con le motociclette e disputò la sua prima gara ufficiale il 20 giugno 1920 sul Circuito Internazionale Motoristico a Cremona, venendo però costretto al ritiro.
Contemporaneamente prese parte anche alle sue prime gare in automobile utilizzando la Ansaldo 4CS di famiglia e vinse la sua prima gara il 20 marzo 1921, imponendosi alla Coppa di Verona. A causa però dei minori costi del motociclismo e del maggior numero di gare a disposizione, Nuvolari decise di dedicarsi soprattutto alle due ruote.
Nel 1922 prese parte a poche gare senza risultati di grande rilievo, ma lo stesso anno gli fu offerta la guida di una vettura dalla Scuderia Moschini di Mantova, una SCAT con motore Hispano-Suiza messa a punto da un giovane e sconosciuto meccanico, Amedeo Gordini, anch’esso destinato a diventare una leggenda del motorismo.
L’anno seguente ottenne la vittoria in una gara di Busto Arsizio a bordo della sua Norton che gli valse il suo primo contratto da professionista, firmato con la Indian. Nelle intenzioni della Nagas & Ray, l’importatore italiano, Nuvolari avrebbe dovuto fare da gregario ad Amedeo Ruggeri, pilota di punta della scuderia, ma il mantovano in più occasioni non rispettò gli ordini di squadra e a fine stagione, anche per la difficile convivenza con il compagno, non gli venne rinnovato il contratto.
Grazie all’amicizia con Deo Chiribiri, pilota e comproprietario della Chiribiri, Tazio riuscì comunque a procurarsi immediatamente un volante. Nel 1924, sul circuito del Tigullio, fu protagonista di una vittoria conquistata in maniera alquanto rocambolesca: Nuvolari condusse una gara estremamente tirata, uscendo spesso di pista e fermandosi, in alcuni casi, a picco sul mare. A pochi chilometri dall’arrivo un distacco della ruota della sua Bianchi Tipo 18 lo fece cappottare in un fosso.
Il meccanico che era con lui a bordo rimase stordito e non aveva quindi modo di cercare di riparare la vettura, quindi Nuvolari chiede aiuto agli spettatori. Dopo averla sistemata alla meno peggio, ripartì e vinse la gara.
Gli spettatori al traguardo assisterono dunque ad un epilogo imprevisto: il mantovano vinse la corsa su un’auto praticamente ormai sui cerchioni e senza seggiolino di guida né volante, sostituito da Nuvolari con una chiave inglese, col meccanico ancora svenuto al fianco.
A questo successo seguirono altre due affermazioni nella categoria 150cc nelle gare di Savio (occasione in cui conobbe Enzo Ferrari) e Polesine.
Al contempo riprese a gareggiare anche nel motociclismo utilizzando sempre la sua Norton e ottenne risultati strabilianti: a bordo di un mezzo da 500cc era in grado di rivaleggiare con piloti che disponevano di moto da 1000cc e riuscì ad affermarsi a Mantova e Cremona.
Queste prestazioni gli valsero le attenzioni di Gianfernando Tommaselli, all’epoca direttore generale della Bianchi, che decise di ingaggiarlo per le stagioni a venire. Il binomio Bianchi-Nuvolari aprì quindi la strada al successo al pilota mantovano.
I successi con la Bianchi (1924-1927)
L’ingaggio di Nuvolari era inizialmente previsto per sviluppare la nuova Bianchi “Freccia Celeste” di 350 cm³, con cui il mantovano avrebbe dovuto esordire al Giro motociclistico d’Italia.
Nonostante alla prima tappa il pilota avesse fatto registrare il miglior tempo, problemi di vario tipo lo afflissero successivamente tanto che riuscì a imporsi solamente un’altra volta nella tratta Macerata-Treviso. Nonostante nelle corse seguenti i risultati continuassero a latitare, Nuvolari conquistò a bordo della sua Norton privata un’altra vittoria a Tortona.
Gli fu infine rinnovato il contratto per il 1925, in cui avrebbe corso in esclusiva per la Bianchi.
La stagione seguente iniziò molto bene per Nuvolari, che si impose all’esordio sul Circuito Ostiense e inanellò una serie di confortanti risultati, tra cui il quarto posto a Perugia in cui si mise in luce con una furiosa rimonta nei confronti dei leader della gara dopo essere stato attardato dalla rottura del serbatoio dell’olio.
Vinse anche a Padova e sul Circuito del Lario nella classe 350 cm³, dopo un combattuto duello con il rivale Pietro Ghersi. A settembre vi era poi in programma il Gran Premio motociclistico delle Nazioni; mentre Nuvolari si trovava all’Autodromo di Monza per effettuare dei test in preparazione della corsa, l’Alfa Romeo aveva convocato diversi piloti perché cercava il sostituto di Antonio Ascari, deceduto durante il Gran Premio di Francia.
Al termine delle prove in moto, Nuvolari chiese e ottenne di provare la vettura: dopo aver eguagliato il tempo fatto registrare da Ascari sul tracciato l’anno precedente, il mantovano uscì di strada ribaltandosi in una scarpata.
Immediatamente soccorso venne trasportato in ospedale dove gli vennero diagnosticate alcune costole incrinate, diverse contusioni e lacerazioni dovute al fil di ferro su cui il pilota era atterrato. Fortemente determinato a correre comunque il Gran Premio motociclistico in programma la settimana successiva, contro il parere dei medici, Nuvolari si fece dimettere e ottenne dalla direzione di gara di farsi ammettere alla corsa partendo in ultima fila.
Dopo essersi fatto ricoprire di fasciature e aiutare dai meccanici a salire in moto, visto che a stento si reggeva in piedi, il mantovano riuscì a vincere la gara sfruttando la sua abilità sul bagnato e laureandosi campione d’Europa nella classe 350.
Gli venne quindi rinnovato il contratto anche per l’anno successivo, ma Tommaselli fece inserire una clausola che impediva a Nuvolari di partecipare alle competizioni automobilistiche pena la risoluzione del rapporto.
Il 1926 iniziò però in maniera difficile, in quanto i collaudi della nuova moto procedono a rilento, e l’unico risultato di un certo prestigio fu la vittoria nella sua classe al Gran Premio di Roma, in cui sfiorò anche il successo assoluto arrivando secondo dietro a Ghersi, che però disponeva di una moto più potente. Lo stesso anno fu anche protagonista di un brutto incidente sul Circuito di Solitude e in Italia rimbalzò la voce della sua morte, cosicché la Bianchi mandò Sirtori come emissario in Germania per verificare la situazione; Nuvolari in realtà era stato dimesso dall’ospedale e stava tornando in patria quando venne intercettato nella stazione di Stoccarda.
L’incidente lasciò però alcuni strascichi che lo costrinsero a saltare il Tourist Trophy, con grande rammarico del pilota. Anche le gare seguenti non gli riservarono grandi fortune, fino alla corsa del Lario, a partire dalla quale riportò quattro vittorie consecutive di categoria che gli permisero di laurearsi Campione Italiano Assoluto.
Nonostante l’enorme popolarità conseguita nel mondo delle due ruote e il soprannome di Campionissimo che gli venne attribuito in quel periodo, Nuvolari era sempre più attratto dalle corse automobilistiche e nel corso del 1927 si preparava a rompere l’esclusiva che lo legava alla Bianchi. Già a marzo infatti nacquero i primi screzi con Tommaselli per la partecipazione del mantovano alla Mille miglia; Nuvolari si era infatti accordato per disputare la gara su una Chiribiri, ma di fronte all’opposizione della squadra dovette scendere a compromessi e corse alla guida di una Bianchi Tipo 20 cogliendo il quinto posto.
Al contempo continuava comunque a gareggiare in motocicletta, imponendosi a Lugo e Macerata. Al fine di alternare le corse in auto a quelle in moto Nuvolari acquistò una Bugatti T35C, facendo il suo esordio con la vettura alla Coppa della Perugina, da lui conclusa al terzo posto nonostante uno strappo alla schiena.
Pochi giorni più tardi era in programma una corsa motociclistica a Verona e, pur di non rinunciarvi, il mantovano si fece fare un’iniezione di morfina per attenuare il dolore; anche se le sue condizioni fisiche non risultavano quindi ottimali, riuscì comunque a vincere la gara battendo piloti che disponevano di mezzi con cilindrata superiore.
Il 12 giugno ottenne poi un prestigioso successo al Reale Premio di Roma, disputando una corsa regolarissima dopo essere passato in testa nelle prime battute di gara; per Nuvolari era la prima vittoria conquistata in un Gran Premio automobilistico di rilievo. Lo stesso anno partecipò anche al Gran Premio d’Italia, riuscendo a superare le fasi eliminatorie, ma venendo costretto al ritiro durante la corsa. Entro la fine dell’anno si impose anche nella categoria 350 cm³ del Gran Premio motociclistico delle Nazioni.
Scuderia Nuvolari (1928-1929)
Nell’inverno del 1927, Nuvolari decise di creare una propria squadra automobilistica per disputare i vari Gran Premi: acquistò quindi quattro Bugatti, di cui due rimasero a sua disposizione e le altre vennero cedute all’amico rivale Achille Varzi, passato all’automobilismo dietro le insistenze del mantovano, e a Cesare Pastore.
Per finanziarsi vendette un podere che avrebbe ereditato dal padre.
La stagione iniziò trionfalmente per Nuvolari, che si impose al debutto al Gran Premio di Tripoli conquistando il primo successo internazionale. Due settimane più tardi ottenne un’altra vittoria al Circuito del Pozzo a Verona: dopo aver superato il favorito Pietro Bordino al secondo passaggio, in una gara disputata in condizioni estreme, giunse primo al traguardo con una media di 115 km/h.
Lo stesso anno partecipò anche alla Mille Miglia, in cui dominò il primo tratto di gara, ma a seguito di un aspro duello con Brilli-Peri fu costretto a rallentare fino a concludere sesto. Riportò anche altri successi in auto ad Alessandria e Messina e ottenne il secondo posto alla Coppa Montenero.
Al Gran Premio d’Italia poi, guidando una monoposto sistemata alla meno peggio e che nelle prove aveva dimostrato una scarsa competitività, riuscì a concludere terzo tenendosi dietro concorrenti dotati di mezzi ben più potenti e la sua impresa fu esaltata dalla stampa nazionale. Al contempo continuava comunque le corse in moto, imponendosi per la terza volta consecutiva al Gran Premio delle Nazioni alla guida della sua Bianchi e ripetendosi al Circuito del Tigullio.
Frattanto Nuvolari si era reso conto di disporre ormai di un mezzo obsoleto che non gli avrebbe permesso di lottare per la vittoria. Al fine di trovare una macchina competitiva decise di ingaggiare un giovane ingegnere, Alberto Massimino, che aveva il compito di modificare la sua 35C per renderla più performante.
La vettura, rinominata Bugatti-TN, si rivelò però disastrosa e Nuvolari decise quindi di correre le prime gare stagionali con la vecchia macchina. I risultati non furono confortanti e al Reale Premio di Roma l’inferiorità e la scarsa affidabilità del suo mezzo risultò ormai evidente.
Il 1929 rappresentò quindi un anno molto difficile per il mantovano che trascurò la sua attività di pilota dedicandosi anche alla gestione di un concessionario.
Nel frattempo Vittorio Jano gli offrì di guidare occasionalmente un’Alfa Romeo 6C 1750, con cui esordì al Gran Premio del Mugello deludendo le aspettative, anche a causa della scarsa conoscenza del tracciato e dell’auto. Poche settimane più tardi, però, era prevista una gara motociclistica sul Circuito del Lario e per Nuvolari rappresentava un’occasione notevole per procurarsi un contratto con una casa automobilistica di livello.
Il mantovano, a bordo della solita Bianchi Freccia celeste, impose fin da subito un ritmo forsennato alla corsa e dopo quattro giri si era portato saldamente in testa superando anche i piloti che avevano mezzi di cilindrata superiore. Nonostante gli inviti dei dirigenti della sua squadra a gestire il vantaggio, Nuvolari continuò su medie elevatissime e una volta giunto al traguardo con un distacco molto ampio su Varzi, secondo classificato, venne portato in trionfo dal pubblico entusiasta. Questa vittoria gli fu utile per correre alcune gare con la Scuderia Materassi.
Al Gran Premio di Monza, a bordo della Talbot che gli venne messa a disposizione, riuscì a concludere in seconda posizione dietro a Varzi, mentre a Cremona fu costretto al ritiro.
La consacrazione con Alfa Romeo
La morte di Brilli-Peri nel marzo del 1930, a seguito di un incidente mentre provava la vettura sul percorso di gara del Gran Premio di Tripoli, avevano lasciato l’Alfa Romeo priva di uno dei suoi tre alfieri.
Per colmare la lacuna creatasi, il Direttore generale della casa di Arese Prospero Gianferrari decise di convocare Nuvolari, avendo individuato in lui il pilota più adatto da affiancare a Varzi e Campari; dopo un breve colloquio il mantovano venne assunto.
Poche settimane più tardi era prevista la Mille Miglia e gli venne messa a disposizione una delle nuove 6C 1750.
La gara fu caratterizzata da un lungo duello con Varzi che, dopo aver recuperato il distacco che aveva nella prima frazione, prese il comando a Terni, ma nel tratto tra Ancona e Bologna Nuvolari fu in grado di recuperare quasi sette minuti di ritardo.
Dopo aver raggiunto il rivale a Vicenza, giunti nei pressi di Peschiera del Garda durante la notte, avvenne uno degli episodi più noti della carriera del mantovano: al fine di far credere a Varzi di essere stato vittima di un guasto, spense i fari della propria auto e proseguì al buio, seguendo le luci di coda dell’avversario, salvo poi superarlo di sorpresa e andare a vincere la corsa.
L’episodio divise i sostenitori dei due piloti, in quanto i tifosi di Varzi sostenevano che Nuvolari non avesse rispettato gli ordini di scuderia, anche se non risultava in realtà nessun comunicato di questo tipo da parte dei dirigenti dell’Alfa. Un mese più tardi Varzi riuscì a prendersi la rivincita, trionfando alla Targa Florio, mentre il mantovano non andò oltre il quinto posto, attardato da un guaio a una balestra.
Pochi giorni dopo la classica siciliana venne contattato da Enzo Ferrari che gli chiese se fosse stato disposto a correre alcune gare per la sua neonata scuderia al volante di un’Alfa Romeo P2.
Al termine di una fulminea trattativa, Nuvolari accettò l’offerta e fece il suo esordio nella corsa in salita Trieste-Opicina, ottenendo la prima di tre vittorie consecutive. Ad agosto conquistò poi il Tourist Trophy a Belfast davanti a Campari e Varzi, che rappresentava la sua prima affermazione in un Gran Premio di livello internazionale, e venne elogiato in maniera unanime dall’intera stampa inglese e dal pubblico accorso per la gara.
Nel frattempo aveva ripreso le corse in motocicletta, ma nonostante si fosse dimostrato ancora tra i più veloci, nell’ottobre dello stesso anno fece la sua ultima apparizione in moto sul Circuito del Tigullio, classificandosi quinto.
L’anno seguente vinse la prestigiosa Targa Florio, in Sicilia. Dopodiché, decise di dedicarsi solamente alle autovetture.
La sua fama crebbe ulteriormente e il famoso poeta Gabriele D’Annunzio, alla fine dell’aprile 1932, lo invitò al Vittoriale per fargli dono di una piccola tartaruga d’oro con la dedica «all’uomo più veloce, l’animale più lento», chiedendogli in cambio di vincere la Targa Florio che si sarebbe disputata dopo due settimane.
Il pilota si mostra stupito della richiesta, e risponde «Io corro solo per questo».
Il successivo 8 maggio, Nuvolari tagliò per primo il traguardo della gara siciliana, a bordo dell’Alfa Romeo 8C-2300 della Scuderia Ferrari. Sempre nello stesso anno, riuscì ad aggiudicarsi anche Gran Premi di Monaco, di Francia e d’Italia.
Le sfortune personali (in pochi anni perse entrambi i figli diciottenni: il primogenito Giorgio a causa di una miocardite, e Alberto a causa di una nefrite) resero il pubblico ancor più appassionato nei suoi confronti. La sua determinazione lo portò, proverbialmente, a insistere nelle gare anche quando l’auto perdeva pezzi, o era in fiamme, causando diversi incidenti.
L’invenzione della “sbandata controllata”
A Nuvolari, Enzo Ferrari attribuisce l’invenzione della tecnica della sbandata controllata: egli affrontava le curve con un secco colpo di sterzo, facendo slittare le ruote posteriori verso l’esterno, quindi controsterzava e schiacciava l’acceleratore a tavoletta.
In questo modo usciva di curva con la macchina già rivolta verso il rettilineo e in piena accelerazione, a velocità maggiore di chiunque altro.
Questa tecnica, che non ha più ragion d’essere nelle auto a ruote scoperte a causa dell’avvento dell’aerodinamica, viene invece ancora oggi usata nei rally.
Enzo Ferrari raccontò che, quando per la prima volta salì come copilota su un’auto guidata da Nuvolari, alla prima curva avvertì che le ruote slittavano e credette che il mantovano avesse perso il controllo e che la vettura stesse uscendo di pista, ma con sua grande sorpresa questo non accadde; alla seconda curva avvenne lo stesso, e così alle successive, finché Ferrari comprese che Nuvolari faceva sbandare l’auto di proposito.
I successi più significativi
Tanti sono stati gli episodi nella carriera sportiva di Nuvolari che l’hanno reso celebre. Tra i più famosi possiamo ricordare:
⦁ Nel ⦁ 1931, al ⦁ circuito delle Tre Province, durante la gara Nuvolari superò un passaggio a livello a velocità sostenute, riportando la rottura della molla di richiamo dell’acceleratore della sua ⦁ Alfa Romeo 1750 6 cilindri. Per proseguire la corsa, una gara a cronometro, Nuvolari guidò controllando sterzo, freno e frizione mentre il meccanico Compagnoni regolava l’acceleratore, tramite la cintura dei pantaloni fatta passare attraverso il cofano. Nonostante questa tecnica di guida ai limiti del praticabile, Nuvolari vince la gara superando un incredulo ⦁ Enzo Ferrari di 32 secondi.
⦁ Nel ⦁ 1935, nel ⦁ Gran Premio di Germania sulla pista di 22 km del ⦁ Nürburgring, Nuvolari si impose guidando un’⦁ Alfa Romeo nettamente inferiore alle potenti vetture tedesche in gara ⦁ Mercedes Benz e ⦁ Auto Union. Nuvolari vinse con una clamorosa rimonta dopo essere rimasto attardato nella sosta per il rifornimento di benzina: ancora all’inizio dell’ultimo giro aveva un ritardo di 30 secondi dal primo. Questo successo fece “alterare” non poco i ⦁ gerarchi ⦁ nazisti presenti al circuito, che invece si aspettavano di vedere una grande affermazione tedesca in loro presenza; non la pensava così Nuvolari che, così sicuro di una sua vittoria, aveva appositamente portato dall’Italia una ⦁ bandiera tricolore nuova fiammante (aveva saputo che quella in dotazione agli organizzatori era logora), che fece issare sul pennone più alto durante la cerimonia di premiazione. Si dice che gli organizzatori, non trovando il disco con la ⦁ Marcia Reale (l’⦁ inno nazionale italiano dell’epoca) lo sostituirono con quello di ⦁ ‘O sole mio.
⦁ Lo stesso anno, durante il ⦁ Gran Premio di Montecarlo corso sotto una pioggia battente, un pilota ruppe il circuito dell’⦁ olio della propria autovettura e inondò la pista in una doppia curva a S già scivolosa per l’⦁ acqua. I cinque corridori successivi, man mano che sopraggiungevano, perdevano aderenza e scontrandosi tra loro o con le barriere disseminarono quel punto della pista di rottami. Nuvolari, sopraggiunto per sesto, riuscì derapando in velocità a mantenere comunque il controllo della sua vettura, percorrendo una particolare traiettoria che gli consentì di uscire dalla doppia curva schivando tutti i rottami con la precisione di alcuni centimetri;
⦁ Il 15 giugno ⦁ 1935 tenta di battere sull’⦁ Autostrada Firenze-Mare (nel tratto del rettilineo di 8 km presso ⦁ Altopascio), due primati europei di velocità utilizzando l’⦁ Alfa Romeo 16C Bimotore, creata da ⦁ Enzo Ferrari per resistere alle ⦁ Mercedes e ⦁ Auto Union. La giornata scelta per il tentativo è poco felice poiché tira un forte vento, Nuvolari però prova ugualmente e parte. Mentre la macchina viaggia a circa 320 km/h, viene investita lateralmente da una forte raffica di vento che causa una spaventosa sbandata di oltre 200 metri. Il mantovano riesce comunque a controllare l’auto, che pesa 1.300 kg ed è molto difficile da controllare già a 150 km/h. Nonostante l’imprevisto Tazio prosegue, neutralizza un’altra analoga sbandata poco dopo, e stabilisce due primati: percorre in 11 secondi e 50/100 il chilometro lanciato alla media di 321,420 km/h, e in 17 secondi e 98/100 il miglio lanciato con media di 323,125 km/h (con una punta, nell’ultimo tratto percorso, di oltre 360 km/h). «Non avevo mai affrontato un pericolo così tremendo, nemmeno il giorno in cui presi fuoco a Pau», dichiarerà anni dopo ricordando l’episodio.
⦁ Al volante di un’Auto Union D, conquistò il Gran Premio d’Italia del 1938.
⦁ Nel 1947 alla Mille Miglia, con la ⦁ Cisitalia 202 Spyder Mille Miglia, da lui preferita alla ⦁ versione coupé perché gli permetteva una migliore respirazione (aveva seri problemi ai ⦁ polmoni), arrivò 2º dietro ⦁ Clemente Biondetti dopo aver corso in testa per quasi tutta la gara, soccombendo all’attacco del vincitore solo sul tratto autostradale (novità di quell’anno) Torino-Brescia percorso sotto pioggia battente.
⦁ Nel ⦁ 1948, all’età di cinquantasei anni, a sorpresa Nuvolari prese ancora il via della Mille Miglia con una ⦁ Ferrari 166 SC⦁: prima che problemi meccanici lo costringessero al ritiro, nel primo tratto di gara fece segnare il miglior tempo assoluto. Fece togliere prima il cofano motore per ovviare ad una chiusura imperfetta, poi volò via un parafango, poi si ruppe il supporto del sediolo del meccanico e infine, dopo una derapata troppo accentuata si incrinò l’occhio (supporto) di una balestra ed Enzo Ferrari, dato che il pilota non intendeva far effettuare una riparazione per non perdere la testa della classifica, gli impose di fermarsi e di ritirarsi vicino a ⦁ Reggio Emilia.
⦁ Il 10 aprile ⦁ 1950 Nuvolari partecipava alla gara in salita Palermo-Monte Pellegrino, in ⦁ Sicilia, su Cisitalia-⦁ Abarth 204A Sport Spider della Squadra ⦁ Carlo Abarth. Otteneva la vittoria della classe fino 1100 cm³ Sport e il 5º posto assoluto. È stata la sua ultima gara e l’ultima vittoria di Nuvolari.
La morte
Nuvolari non annunciò mai formalmente il suo ritiro, ma la sua salute andava deteriorandosi e divenne sempre più solitario.
Nel 1952 venne colpito da un ictus che lo lasciò parzialmente paralizzato, e morì un anno più tardi, l’11 agosto, a causa di un altro ictus.
Pressoché tutta la città di Mantova partecipò ai suoi funerali, che si tennero il 13 agosto 1953 e ai quali parteciparono tra le 25.000 e le 55.000 persone.
Il corteo funebre era lungo alcuni chilometri e la bara di Nuvolari fu messa su un telaio di macchina scortato da Alberto Ascari, Luigi Villoresi e Juan Manuel Fangio.
Fu sepolto presso il cimitero degli Angeli, a Mantova, con gli abiti che indossava sempre scaramanticamente in corsa: un maglione giallo, pantaloni azzurri e gilet di pelle marrone. Al fianco il suo volante preferito.
Oltre ai tanti cittadini, ai tifosi, alla gente comune, fu presente anche Enzo Ferrari, che ebbe poi modo di dichiarare «…non appena mi giunse notizia della sua fine partii per Mantova.
Nella fretta mi persi in un dedalo di strade sconosciute della città. Scesi di macchina, chiesi ad un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari.
Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla macchina, per leggere la targa.
Capì, mi prese una mano e la strinse con calore. “Grazie di essere venuto” bisbigliò commosso “Come quello là non ne nasceranno più”».
Sulla tomba di Nuvolari è incisa una frase che sembra quasi volerlo incitare a fare corse anche nell’aldilà: «Correrai ancor più veloce per le vie del cielo».
Maratona Internazionale 2015 di Reggio Emilia, nuovo record di iscritti: 3200
Il 13 Dicembre 2015 a Reggio Emilia, a 40 km da Modena si è svolto l’evento della Maratona Internazionale di Reggio Emilia – Trofeo Parmigiano Reggiano che festeggia il 20ennale.
Un evento non solo sportivo ma anche un momento gioioso e di solidarietà come da molti esempi, che ha consentito il superamento del record di presenze del 2014 della Maratona Internazionale di Reggio Emilia – Trofeo Parmigiano Reggiano di 3.037 iscritti a 3.200 iscritti per edizione 2015 del 20ennale.
VEDI GALLERIA
Maratona Internazionale di Reggio Emilia 2015
SULLA DESTRA DI QUESTO BLOG
Saranno 22 i Paesi rappresentati dagli atleti in gara: Italia, Danimarca, Austria, Belgio, Croazia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Germania, Ungheria, Israele, Lettonia, Marocco, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, San Marino, Svizzera, Svezia, Ucraina, Venezuela.
La prova reggiana è infatti valida come campionato italiano di maratona
UISP
Il Centro Maratona, allestito presso il palasport Giulio Bigi di Reggio Emilia (Via Guasco) e presso il quale avverrà la distribuzione dei pettorali, ospiterà stand e iniziative.
Percorso identico a quello del 2014. Partenza dal Centro Storico di Reggio Emilia – Coviolo -S.Rigo – Montecavolo – Rubbianino (metà percorso, 21esimo km) – S.Bartolomeo – S.Rigo –Coviolo – Baragalla – Centro Storico di Reggio Emilia.
Questi i passaggi:
Km 0 Corso Garibaldi
Km 1 Via Emilia San Pietro
Km 2 Via Campo Marzio
Km 3 Corso Garibaldi
Km 4 Via Emilia Santo Stefano
Km 5 Via Zanichelli
Km 6 Viale Unione Sovietica
Km 7 Via Moretti
Km 8 Via Fratelli Rosselli
Km 9 Parco Villa Levi
Km 10 Via Ruozzi
Km 11 Via San Rigo
Km 12 Via Strozzi
Km 13 Via Strozzi
Km 14 Via Strozzi
Km 15 Via Montegrappa (Montecavolo)
Km 16 Via Montegrappa (Montecavolo)
Km 17 Via Montegrappa (Montecavolo)
Km 18 Via Fratelli Cervi (Montecavolo)
Km 19 Provinciale 23 (Montecavolo)
Km 20 Via Piave (Montecavolo)
Km 21 Via Piave (Montecavolo)
Km 22 Via Freddi
Km 23 Via Freddi
Km 24 Via Freddi
Km 25 Via Tirabassi
Km 26 Via Giovanardi
Km 27 Via Giovanardi
Km 28 Via della Polita
Km 29 Via Strozzi
Km 30 Via Livio Francia
Km 31 Via Zanichelli
Km 32 Via Gambini
Km 33 Via Ghiarda
Km 34 Via San Rigo
Km 35 Via Fratelli Rosselli
Km 36 Via Guittone d’Arezzo
Km 37 Via Martiri della Bettola
Km 38 Parco Lungo Crostolo
Km 39 Parco Lungo Crostolo
Km 40 Parco Lungo Crostolo
Km 41 Viale Umberto I
Km 42 Corso Garibaldi
Km 42,195 Piazza Gioberti
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